Questa settimana in Palestina, un servizio dell’ International Middle East Media Center, www.IMEMC.org per la settimana dal 15 al 18 gennaio 2007 ||Copia e incolla il link per scaricare il file || http://portland.indymedia.org/media/media/2007/01/35259…1.mp3L’esercito israeliano ha ucciso cinque palestinesi in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza, il presidente Abbas ha rifiutato la proposta di Condoleeza Rice per la costituzione di uno stato Palestinese all’interno dei confini del muro di annessione. Vi racconteremo queste ed altre storie, rimanete sintonizzati.

Continua la Resistenza Pacifica al Muro in Cisgiordania.

Cominciamo il nostro report settimanale parlando delle manifestazioni pacifiche contro il muro di annessione e di altri fatti avvenuti in Cisgiordania.
Bil\’in
Venerdì si è tenuta la consueta dimostrazione settimanale contro la costruzione illegale del muro a Bili’in, durante la quale si sono verificati episodi di violenza nei quali sono rimaste ferite diverse persone ed arrestati quattro uomini. Fra i quattro catturati è stato fermato anche un membro del comitato popolare contro il Muro e gli Insediamenti, Mohammed Khatib. “L’opposizione alla violenza contro i bambini da parte dell’esercito” è stato l’argomento della protesta. Questa scelta è avvenuta in seguito all’uccisione di Abir Aramin, una bambina di 10 anni. I manifestanti hanno mostrato, durante il corteo, alcuni striscioni per esortare i militari a non puntare le armi contro i bambini.

Le truppe israeliane hanno lanciato gas lacrimogeni verso la folla in ritirata mentre alcuni hanno risposto tirando pietre. Mentre i soldati aprivano le porte di un cancello sul muro, alcuni attivisti, approfittando del varco, li hanno seguiti ma sono stati subito respinti con violenza o catturati.

Paul, un attivista americano presente alla dimostrazione di Bi’lin ha dichiarato:

I tre attivisti israeliani e Mohammed Khatib sono stati rilasciati qualche ora dopo, pieni di graffi e lividi. I soldati continuano ad attaccare i manifestanti pacifici con bombe sonore, gas lacrimogeni e proiettili di gomma. Un giovane palestinese, Sagi che è stato picchiato e colpito alla testa con un bastone a tal punto che è finito in ospedale. Altre quattro persone sono state ferite dalle pallottole di gomma mentre moltissimi hanno sofferto per le inalazioni di gas lacrimogeno.

Um Salamonah

Circa 300 fra palestinesi e pacifisti internazionali si sono incontrati nel villaggio di Salamonah, venerdì scorso, per protestare contro la costruzione del muro sulle terre appartenenti al villaggio.
Prima della marcia pacifica si è svolta, proprio sul terreno che verrà confiscato dagli israeliani, la preghiera del venerdì, giorno sacro per i musulmani. Si tratta di 700 dunams, ovvero circa 700 km2 di terra coltivata che sarà sottratta alla popolazione. Di questo passo, tutti i terreni agricoli appartenenti al villaggio verranno annessi dietro il muro o distrutti
Dopo aver cantato slogan sulla resistenza e sventolato striscioni e bandiere della Palestina il corteo si è sciolto. Non ci sono stati dunque scontri con l’esercito.

Lunedì il villaggio di Um Salamonah era stato assediato da soldati e bulldozer. Nonostante resistenza passiva degli abitanti i soldati hanno risposto con il lancio di lacrimogeni, di bombe sonore e con lo scontro fisico.
Nablus
Circa 100 fra palestinesi e attivisti internazionali hanno organizzato una protesta pacifica di fronte al Checkpoint di Huwwara, a Nablus, la scorsa domenica verso le 11 del mattino, indossando i costumi dei nativi americani per lanciare un messaggio al segretario di stato americano Condoleezza Rice.
“30 giorni contro i posti di blocco” è il nome della campagna nell’ambito della quale si è svolta la manifestazione di Nablus. I manifestanti hanno mostrato cartelloni scritti in inglese nei quali veniva denunciata la presenza dei posti di blocco militari in Cisgiordania.
La protesta è stata organizzata dal gruppo “Palestinians for Peace, Dialogue and Equality”. I partecipanti hanno protestato contro le politiche di chiusura israeliane e le difficoltà quotidiane causate dalla presenza di Checkpoints.
L’espansione degli Insediamenti

Il ministero israeliano per l’edilizia ha approvato la costruzione di 45 nuove unità abitative nell’insediamento illegale di Ma’ale Adumim, nei pressi di Gerusalemme. Israele ha sempre insistito particolarmente durante i negoziati riguardanti lo scambio di terre con i Palestinesi, per il mantenimento di questo insediamento, che è ormai diventato uno dei più grandi del paese.

Invasioni dell’esercito Israeliano

L’esercito israeliano, questa settimana ha compiuto circa 30 invasioni in Cisgiordania, uccidendo tre Palestinesi, e 3 incursioni nella Striscia di Gaza uccidendone due.
Gli arresti invece sono stati 54, e, fra questi sono stati catturati 5 bambini, una donna e sua figlia.

Incursioni in Cisgiordania
Un’ ingente milizia dell’esercito israeliano ha invaso Nablus, giovedì mattina, uccidendo un miliziano palestinese e ferendo tre civili, fra i quali anche un bambino, che ha riportato lesioni gravi. I militari hanno, inoltre, arrestato quattro uomini.
Fonti palestinesi sostengono che Muhanid Al Ghandur, di 22 anni, combattente legato a Fatah è stato ucciso con un colpo alla testa sparato da un cecchino.
Il Dr. Ghassan Hamdan, responsabile del Palestinian Medical Relief di Nablus ha dichiarato:

Le truppe israeliane hanno aperto il fuoco uccidendo un miliziano della resistenza palestinese in una zona presidiata nella città vecchia. Quando abbiamo scoperto l’accaduto abbiamo provato a soccorrere l’uomo ma l’esercito ci ha bloccato per più di 45 minuti, perciò Muhanid è morto dissanguato. Quando lo abbiamo raggiunto era già troppo tardi.
Giovedì sera, secondo quanto rivelano alcune fonti, Taiseer Al Qaisy, di 45 anni, abitante di Nablus è morto di fronte ad un posto di blocco militare. I militari hanno bloccato il veicolo sul quale viaggiava, ritardando così la corsa verso l’ospedale. Le truppe sostenevano che l’automobile non avesse il premesso di attraversare il ceckpoint. L’uomo è dunque uscito fuori dall’auto ma è deceduto dopo aver percorso a piedi pochi metri.
Abeer Aramin, una bambina di 10 anni, che abitava nel villaggio di Anata è stata dichiarata clinicamente morta giovedì a mezzogiorno. Aramin era stata colpita alla testa martedì scorso da un gas lacrimogeno tirato da un militare israeliano. La bambina era appena uscita dalla scuola femminile di Anata.
Sempre martedì nella prigione militare israeliana di Negev, è morto un detenuto di 38 anni , Jamal Al Saraheen, abitante di Tarqoumia, nei pressi di Hebron. L’uomo è deceduto poco dopo che le autorità carcerarie gli avevano negato il trasferimento in ospedale nonostante le sue condizioni di salute fossero ulteriormente peggiorate. Jamal era rimasto paralizzato ad un piede cinque anni fa da un proiettile sparato da un militare israeliano e non era mai stato operato per rimuovere la pallottola.
Successivamente, si sono verificati scontri fra detenuti e soldati all’interno del carcere di Negev durante i quali circa 50 prigionieri sono rimasti feriti. Mercoledì, tutti i detenuti palestinesi nelle carceri israeliane hanno proclamato lo sciopero flessibile della fame per protestare contro l’amministrazione carceraria che aveva negato il trattamento medico a Al Saraheen.
Incursioni nella striscia di Gaza
Due uomini sono stati uccisi, lunedì scorso all’alba, vicino al confine tra la striscia di Gaza ed Israele. Fonti israeliane sostengono che i due erano armati e volevano passare il confine illegalmente e, perciò i soldati li hanno attaccati. Sembra che i proiettili abbiano colpito l’esplosivo stavano trasportando facendolo saltare in aria.
Le brigate Salah Ed Deen, il braccio armato del Comitato di resistenza popolare ha identificato i due ragazzi. Si tratta di Mousa Mohammad Qarmout di 22 anni, e Kamal Khader di 19. Abu Mujahid, portavoce del Comitato, ha confermato che i due combattenti avevano nascosto dell’esplosivo nell’area di Abo Kado, vicino al confine, a est di Beit Hanoun.

In pratica due dei nostri miliziani, per portare a termine il piano stabilito in risposta all’offensiva su larga scala avvenuta a Gaza, avevano piazzato alcune bombe artigianali al confine. L’esercito però ha sparato subito contro di loro uccidendoli.
Sempre a Gaza, mercoledì, nel campo profughi di Jabalia, Ibrahiem Hassan di 16 anni è stato colpito da un oggetto non identificato esploso vicino a lui. Il giovane è rimasto gravemente ferito alla mano destra ed è stato trasportato in ospedale.

Due bambini palestinesi sono stati feriti da un missile israeliano lanciato sulle città di Beit Hannoun nel nord della Striscia di Gaza giovedì mattina.

Fonti mediche riferiscono che le truppe israeliane di stanza al confine tra la Striscia e Israele hanno lanciato due missili terra-terra verso la città palestinese e hanno colpito alcune case causando il ferimento dei due bambini. I bimbi sono stati trasferiti d’urgenza all’ospedale più vicino dove rimangono ricoverati in condizioni critiche.

Basem Muskat, un contadino di 24 anni di Beit Lahya, a nord di Gaza, è stato gravemente ferito mentre lavorava nei suoi campi vicino al confine con Israele. I continui attacchi armati da parte delle truppe israeliane verso i civili al confine della Striscia di Gaza, cominciati con l’imposizione dell’embargo economico internazionale avvenuto lo scorso marzo, hanno notevolmente peggiorato la situazione dei contadine della zona. Mohammad Al-Attar, un contadino locale, descrive la sua attuale situazione:

“Quando i soldati cominciano a sparare sui campi noi contadini dobbiamo andarcene, così i raccolti vanno a male. Le verdure hanno bisogno di essere curate, raccolte, sistemate e impacchettate, ma nessuno può rischiare la sua vita per questo. La situazione per me è disastrosa, perchè i miei campi sono stati spesso oggetto del fuoco nemico”.

Il Generale Pietro Pistolere, capo del terzo gruppo di monitoraggio dell’Unione Europea al valico di Rafah, ha chiesto ad Israele di aprire il confine per lasciare passare le centinaia di palestinesi in attesa. Nonostante le promesse di lasciare al gruppo di monitoraggio il controllo del valico, Israele ha imposto la sua chiusura per l’80% del tempo dal giugno 2006, e ha impedito agli osservatori internazionali di raggiungere le loro postazioni. Alcune persone sono decedute durante l’attesa e la Croce Rossa ha dovuto distribuire viveri di prima necessità e medicine anche perché molte delle persone in attesa aspettano di uscire proprio per reperire medicinali non disponibili nella Striscia di Gaza.

Incontro tra Solana e la Rice

Il Presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas ha rifiutato la proposta del Segretario di Stato Condoleeza Rice di costruire uno stato palestinese all’interno dei confini stabiliti con il muro costruito da Israele. Abbas ha annunciato la sua decisione in una conferenza stampa dopo aver incontrato la Rice a Gerico, durante il suo viaggio in Medio Oriente e in Europa. Il Segretario di Stato americano ha inoltre incontrato il Primo Ministro Ehud Olmert con il quale è stato deciso di organizzare un incontro a tre insieme al Presidente palestinese Mahmoud Abbas.

Durante una conferenza stampa con la sua controparte tedesca Frank Walter Shtienmiener, la Rice ha annunciato che il Quartetto sul Medio Oriente si incontrerà a Washington il prossimo febbraio a seguito dell’incontro tra Abbas e Olmert. Stati Uniti, Unione Europea, Nazioni Unite e Russia, i componenti di questo quartetto si ripropongono di riuscire a mediare una soluzione pacifica tra Palestinesi e Israeliani.

Nello stesso tempo, Javier Solana ha cominciato il suo viaggio in Medio Oriente. Solana, Alto Commissario per gli Affari Esteri all’Unione Europea nel suo viaggio visiterà Israele, Egitto e Giordania per promuovere un incontro tra Abbas e Olmert.
Solana ha incontrato Ahmad Abu Al Ghiet, Ministro degli Affari Esteri al Cairo martedì; oggi invece si trova a Ramalla, dove ha incontrato il presidente dell’Autorità Palestinese Mahmoud Abbas. Nella conferenza stampa congiunta il Presidente Abbas ha affermato che l’argomento principale dell’incontro con Solana è stato la possibile risoluzione del conflitto israelo-palestinese.

Rispondendo ad una domanda sulla contraddizione tra il suo richiamo ad elezioni anticipate e la formazione di un governo nazionale di unità, Abbas ha risposto negando una contraddizione tra queste due opzioni. Egli ha aggiunto che i Palestinesi stanno vivendo una grossa crisi e che l’unico modo per uscire da questa situazione è quello di porre fine alle sanzioni economiche imposte dalla comunità internazionale e di svolgere nuove elezioni.

Solana ha inoltre aggiunto che l’obiettivo principale di questo suo viaggio in Medio Oriente e di rivitalizzare il processo di pace nella zona nonostante i numerosi ostacoli. Solana ha espresso il suo sostegno alla proposta del Presidente palestinese di indire nuove elezioni se la proposta di formazione di un governo di unità fallirà.

Discussioni sul governo di unità nazionale

Nonostante i mezzi di informazione riferiscano che i colloqui sulla formazione di un governo di unità tra Hamas e Fatah sono falliti, il capo di gabinetto di Hamas Khaled Mashaal ha fissato un incontro con il Presidente Abbas a Damasco il prossimo sabato. Questo incontro seguirà a quello avuto questa settimana tra Hamas e la Jihad islamica, che sta cercando di mediare per una uscita dalla situazione di stallo creatasi con Fatah. Le due parti hanno fatto un richiamo generale per cercare di accelerare il dialogo tra il Presidente Abbas e il Primo Ministro Haniyeh, così come tra i parlamentari degli altri partiti.

Dall’altro lato però Fatah ha accusato Hamas di costruire tunnel sotterranei sotto le case di alti funzionari della organizzazione all’interno della Striscia di Gaza in modo da portare avanti omicidi mirati.

Le Brigate di Al-Qassam, il braccio armato di Hamas, ha negato qualsiasi coinvolgimento. Nell’ammettere la costruzione dei tunnel infatti Hamas ha dichiarato che si trattava di operazioni militari dirette contro Israele e non contro Fatah. Quest’ultima ha però negato che i tunnel, costruiti all’interno della Striscia ma lontani dai confini, abbiano una qualche utilità per la resistenza contro Israele, sostenendo che il loro unico scopo può essere solo quello di uccidere membri delle forze di sicurezza di Fatah.

Nel frattempo uomini a volto coperto hanno ucciso Saleem Subhi Abu Al Khier di 55 anni, residente nel quartiere di Al Amal a ovest della città di Khan Younis. L’uomo è stato colpito alla testa mentre si trovava vicino alla moschea.
Un ragazzo di 16 anni invece è stato gravemente ferito quando un oggetto ancora non identificato è esploso viicino a lui nel campo profughi di Jabalya.

Inoltre, nella città di Gaza, uomini a volto coperto hanno lanciato una granata in un negozio di cellulari, per fortuna senza causare alcun ferito.

Nella città di Ramalla invece, nella West Bank, uomini sconosciuti hanno aperto il fuoco sulle macchine appartenenti al vice sindaco e ad un consigliere comunale. Uomini armati hanno inoltre attaccato Mohamad Al Horani, un parlamentare di Fatah nella città di Ramalla, che è stato ferito in modo lieve.

Crisi Finanziaria

38.000 impiegati palestinesi sono tornati al lavoro dopo uno sciopero flessibile durato quattro mesi. Gli impiegati hanno accettato di tornare sul luogo di lavoro dopo la promessa da parte del governo del pagamento di una parte dei loro stipendi alla fine di questo mese, mentre il resto dovrebbe arrivare dilazionato in quattro rate. I pagamenti dovrebbero essere effettuati se il Primo Ministro israeliano Olmert manterrà la promessa di rilasciare 100 milioni di dollari di tasse palestinesi bloccati da febbraio. Israele attualmente si rifiuta di restituire al governo palestinese circa 600 milioni di tasse dalla vittoria di Hamas alle scorse elezioni.

Infine Amr Moussa, segretario generale della Lega Araba, ha inviato una lettera al Primo Ministro Haniyeh questa settimana per informarlo che non trasferirà alcuna somma di denaro depositata alla Lega da parte di Hamas. La lettera segue una decisione della corte egiziana che ha intimato alla Lega di sbloccare i fondi di Hamas. La Lega ha quindi annunciato l’apertura di un fondo speciale per i fondi depositati da Haniyeh che ammontano ad un totale di 32 milioni.

Haniyeh, dopo essere stato perquisito ed interrogato al valico di Rafah, mentre stava tornando a Gaza, ha depositato il danaro. Le autorità israeliane gli hanno rifiutato il permesso attraversare la frontiera con i fondi, per via dell’embargo di aiuti nei confronti dell’Autorità Palestinese. Questo embargo ha aumentato drasticamente la povertà e la malnutrizione nei territori occupati portando il paese sull’orlo di una guerra civile.

Conclusioni
Queste sono solo alcuni degli avvenimenti di questa settimana in Palestina.Per aggiornamenti costanti visitate il nostro sito www.imemc.org. Grazie per averci seguito dalla citta` occupata di Betlemme, questo e` tutto da Anna Rossi, Monica Bitto e Ghassan Bannoura