Clicca qui per scaricare il file MP3 18m 23s http://portland.indymedia.org/media/media/2007/03/35538…1.mp3Questa settimana in Palestina, un servizio dell’ International Middle East Media Center, www.imemc.org, per la settimana dal 3 al 9 marzo 2007.
L’esercito isreliano continua i suoi attacchi contro la popolazione civile nella West Bank, mentre Abbas e Olmert si preparano ad un incontro previsto per domenica. I leader palestinesi continuano nella strada verso la formazione di un nuovo governo di unità nazionale, mentre continua la crisi finanziaria e l’embargo economico. Vi racconteremo queste ed altre storie, restate con noi.
Continua la resistenza pacifica contro il muro e l’espansione degli insediamenti nella West Bank
Cominciamo il nostro report settimanale con le azioni di disobbedianza civile pacifica contro la costruzione del muro e gli insediamenti, e altre notizie dalla West Bank.
Bilin
Nella consueta protesta settimanale nel villaggio di Bil’in vicino alla città di Ramalla, nella West Bank, due dimostranti isrealiani hanno pagato il prezzo della loro solidarietà con la popolazione del villaggio. I due, che stavano partecipando alla dimostrazione pacifica sono stati attaccati dai soldati ed poi portati via dalle ambulanze. Uno dei due, Ben, ha ricevuto un proiettile di gomma sulla fronte, mentre l’altro, Jonathan, è rimasto ferito da una bomba sonora scoppiata sulla sua scarpa. Jonathan ha riferito dal suo letto ai nostri microfoni:
Dopo le ultime due manifestazioni, che hanno visto la partecipazione di numerosissime persone, la manifestazione di venerdì ha visto una bassissima partecipazione. Nonostante questo il villaggio di Bil’in non sembra voler per nulla abbandonare la sua lotta e non sembra preoccuparsi della presenza o meno di centinaia di sostenitori al sua fianco.
Come oramai di consueto, I soldati hanno reagito in maniera violenta alla presenza del corteo pacifico. Quando alcune pietre sono arrivate in direzione delle truppe, queste hanno immediatamente reagito con lancio di gas lacrimogeni e bombe assordanti. Numerose persone sono state innaffiate con gli idranti per essere forzate ad andarsene e altre sono state spinte violentemente via dalla zona.
I soldati hanno continuato a lanciare bombe sonore e gas lacrimogeni, oltre a sparare proiettili di gomma contro I dimostranti. Iyad Burnat, un membro del comitato popolare di Bil’in che è stato ricoverato in ospedale a seguito della manifestazione di due settimane fa, è stato nuovamente attaccato e picchiato dai soldati. Undici altri dimostranti sono stati colpiti da proiettili di gomma.
Wadi Al Niss
Venerdì verso mezzo giorno, attivisti internazionali e israeliani si sono uniti ai residenti del villaggio di Wadi Al Niss nel sud della West Bank, per una manifestazione pacifica contro la pianificata costruzione del muro sulle terre del villaggio. Il gruppo di circa 200 dimostranti ha camminato lungo il pianificato percorso del muro fino alla zona dove attualmente i buldozer stanno spianando le terre già conficate in precedenza. Il corteo ha intonato slogan contro l’occupazione sventolando bandiere palestinesi.
Alcuni soldati israeliani hanno poi bloccato la strada ai dimostranti, e molti residenti si sono seduti sulla loro terra in segno di protesta prima che il corteo si disperdesse pacificamente. Non si riportano incidenti di alcun tipo.
Il muro sta chiudendo diversi villaggi nel sud della città di Betlemme, dieci villaggi dei dintorni in totale perderanno circa 70.000 vigne e 1000 alberi di ulivo con la sua costruzione, senza contare la terra che lo stesso annette ad Israele sottraendola ai legittimi proprietari. Questa terra è l’unico mezzo di sostentamento per le comunità palestinesi che ci vivono, e fornisce loro mezzi per sopravvivere da secoli.
Hebron
Venerdi pomeriggio, l’associazione Christian Peacemaker Teams o CPT, un gruppo di interposizione pacifica presente ad Hebron così come in Iraq o in Colombia, ha organizzato nella città vecchia di Hebron,la commemorazione della morte di un membro americano della associazione, Tom Fox. Tom Fox era uno dei CPT rapiti a Bagdad lo scorso 2005, ed ucciso durante la prigionia, mentre altri suoi tre colleghi vennero rilasciati. Il corteo è partito dalla Ibrahimi Mosque nella città vecchia, fino alla casa della organizzazione, dove locali ed internazionali hanno parlato in memoria di Tom per commemorare anche la resistenza pacifica che internazionali, israeliani e palestinesi insieme portano avanti nella città. La dimostrazione si è conclusa con la piantagione di un albero di ulivo da parte dei bambini della zona in memoria di Fox. Verso la fine della celebrazione alcuni soldati ed alcuni coloni si sono avvicinati per investigare su quanto stava accadendo, ma se ne sono andati poco dopo. I dimostranti li hanno invitati a fermarsi per prendere the o caffè.
Lunedi a mezzogiorno il comitato popolare palestinese di Hebron ha organizzato una protesta pacifica contro le misure di restrizione dei movimenti dei cittadini palestinesi nella città vecchia. I dimostranti hanno cantato slogan in Arabo, Ebraico e Inglese, e chiedevano all’esercito di lasciare che I residenti della zona possano raggiungere le loro case e I loro negozi situati nella zona.
Nablus
Il Comitato Popolare contro I Blocchi di Nablus ha organizzato una dimostrazione al checkpoint di Huwara, a sud della citta` mercoledi mattina. La protesta era diretta contro il coprifuoco che e` stato imposto sulla citta` la scorsa settimana. L`Unione Generale delle donne e una larga coalizione di altri gruppi ed associazioni hanno preso parte alla dimostrazione anche per ricordare la Giornata Internazionale delle Donne l`8 marzo. I soldati israeliani hanno risposto alla dimostrazione con violenza; all`inizio le truppe hanno deciso di prevenire la manifestazione chiudendo il checkpoint, poi hanno usato bastoni sfollagente e manganelli per costringere I dimostranti ad andarsene. Il dottor Ghassan Hamdan, direttore del centro di pronto soccorso di Nablus e coordinatore del Comitato Popolare contro I Blocchi e` stato attaccato dai soldati e trattenuto per tre ore prima di essere nuovamente rilasciato.
Keep Hope Alive Campaign
Sabato, l’associazione Joint Advocacy Initiative of the East Jerusalem YMCA and YWCA hanno organizzato la seconda giornata internazionale di piantagione degli ulivi all’interno della campagna Keep Hope Alive. Oltre 40 internazionali hanno partecipato insieme ad altri 20 locali, ed hanno piantato alberi di ulivo nelle terre Beit Sahour, a nord della città occupata di Betlemme. La terra in questione appartiene ad un contadino locale, Johnny Ateek, la cui famiglia ha vissuto dei frutti di questa terra da generazioni. Sette campi appartenenti alla sua famiglia sono già stati annessi dall’autorità israeliana e mezzo chilometro è stato confiscato per la cosruzione del muro. Qualcosa come 40 km2 di terra della familgia Ateek si trovano ora dall’altra parte del muro.
Palestinian National Unity Government Nears
Il governo di unitòà nazionale sembra essere quasi completato, tranne per la definizione del ministro degli interni. Tutte le fazioni politiche paestinesi hanno accettato di prendere parte al nuovo governo, tranne il Fronte Popolare di Liberazione della Palestina, il Fronte di Liberazione Arabo e la Jihad Isalmica.
Il Presidente palestinese Mahmoud Abbas ha affernmato che il 99% del lavoro per la costituzione del nuovo governo è stato fatto. Giovedi Abbas ha presentato la lista dei 12 nomi dalla quale il Primo Ministro eletto Ismael Haniyeh selezionerà il nominativo per la carica di ministro degli interni.La lista include candidati indipendenti, e personale della sicurezza e non.
Tre dei ministeri chiave sono stati assegnati abbastanza velocemente: Salam Fayad come ministro della finanze, Mustafa Barghouthi come ministro dell’informazione, e Ziad Abu Amr come ministro degli affari esteri. Fonti palestinesi riferiscono che gli stati del golfo avrebbero chiesto come ministro delle finanze Salam Fayad, sostenendo che non trasferiranno nessuna somma di denaro alla Autorità Palestinese se non tramite lui.
Salah Al-Bardawil, portavoce del blocco parlamentare di Hamas, ha negato giovedi che ci siano grosse discordanze tra le varie fazioni coinvolte nella formazione del nuovo governo. Egli ha affermato che il ministero dgli interni sarà asseganto al primo Ministro Haniyeh fino a che le varie parti non raggiungano un accordo sul nome del candidato, anche se questo dovesse avvenire dopo la formazione del governo.
Commentando la questione del ministero degli interni ,Ahmad Abu Houli, membro del parlamento per il blocco di Fatah, a Gaza, ha detto ai nostri microfoni che la questione della sicurezza è qualcosa che certamente concerne il ruolo di Fatah:
‘Noi affrontiamo il problema della sicurezza con grande cautela e responsabilità, e crediamo che il Ministro degli Interni debba essere una persona dotata di forte carattere, che non si lasci influenzare dalla pressione che entrambi, Fatah e Hamas esercitano, e deve avere come obiettivo centrale il ristabilimento dello stato di diritto’
Nel frattempo il Presidente Palestinese Mahmoud Abbas si è incontrato domenica con il primo ministro israeliano Ehud Olmert. L’incontro dovrebbe vertere più sull’aspetto umanitario della situazione che sul piano politico, secondo quanto riferito da fonti israeliane.
Ufficiali palestinesi sostengono che la posizione del presidente Abbas sia ora più forte grazie alla formazione del governo di unità. Ma molti si aspettano che Olmert faccia pressione sul presidente palestinese per spingerlo a non fare accordi con Hamas. Il membro del parlamento Abu Houli ha affermato che anche questo meeting sarà difficile perchè Israele continua a chiedere molte concessioni ai Palestinesi senza offrire mai niente in cambio.
Al di fuori del meeting, la fazioni palestinesi compresa Hamas hanno offerto una tregua ad Israele in cambio di un totale cessate il fuoco, a patto che Israele la smetta di fare pressione sulla comunità internazionale per boicottare anche il prossimo governo palestinese in formazione.
Il membro del parlamento Yousef Rizqa appartenente a Hamas ha affermato che l’incontro non porterà ad alcun cambiamento sul piano politico:
‘Non credo proprio che questo incontro porterà a dei cambiamenti sostanziali sul piano politico.Io credo che la discussione dovrebbe concentrarsi sui rapporti tra Israele e il nuovo governo di unita nazionale palestinese, e che Israele non dovrebbe opporre nesun veto ai ministri di fatah o di qualsiasi altro partito o fazione che prenderà parte al governo, e si dovrebbe discutere anche del blocco economico’
Israele infatti sta chiedendo al quartetto per la promozione della Pace in medio oriente di non riconoscere un governo palestinese che non accetti di riconoscere l’esistenza dello stato di israele non rinunci alla violenza e non accetti gli accordi precedenti. Il comitato dei quattro, USA, UE NU e Russia, ha tiepidamente accolto la formazione del nuovo governo di unità ,anche se si aspettano di vedere gli sviluppi.
Nel frattempo, il vice presidente del consiglio italiano Massimo D’Alema, il cui paese è membro dell’UE, ha affermato che l’accordo della Mecca tra le fazioni palestinesi per la formazione di un governo di unità, ha implicitamente riconosciuto Israele. D’alema ha poi aggiunto che questo implicito riconoscimento però non basta.
Aggiornamenti dalla West Bank e dalla Striscia di Gaza
West Bank
Durante questa settimana l’esercito israeliano ha effettuato circa 30 incursioni militari nei territori palestinesi della West Bank, la maggior parte delle quali nella città di Ramalla. Durante queste invasioni 22 civili palestinesi, tra I quali 8 bambini e una donna, sono stati feriti, e circa 130 persone, compresi 17 impegati dal quartier generale palestinese dell’intelligence a Ramalla. Ad oggi quindi il numero dei civili palestinesi arrestati dall’inizio dell’anno sale a 671 persone.
All`alba di mercoledi` una massiccia forza militare israeliana e` entrata nella citta` di Al Bireh vicino alla citta` di Ramalla, nel centro della West Bank., ed ha circondato il Quartier Generale del Direttorato della Autorita` Militare Palestinese di Intelligence. Le truppe hanno portato via 18 impiegati.Le truppe hanno aperto il fuoco ed hanno tirato bombe assordanti nelle vicinanze dell`edificio ed hanno costretto gli impiegati ad uscire minacciando di demolire il quartier generale se non si fossero sottoposti all`arresto volontariamente.
L`esercito israeliano ha dichiarato che tutte le persone arrestate sono sospettate di aver preso parte ad attacchi armati contro obiettivi israeliani. Fonti palestinesi pero` riferiscono che tutti coloro che sono stati portati via dall`esercito sono solo impiegati dell`Autorita` Palestinese
Inoltre l’esercito israeliano ha perquisito gli uffici della Associazione Islamica di Carità e l’asilo nido adiacente nel villaggio di Al Shyoukh, a nord della città di Hebron. Un numero imprecisato di documenti e libri sono stati confiscati. Anche nel villaggio dim Beit Fajjar, a sud di Betlemme, l’esercito ha perquisito gli uffici e l’adiacente asilo della associazione Almsgiving Committee. I militari hanno requisito computer e documenti ed hanno ordinato la chiusura della associazione e dell’asilo. L’associazione Qura’an Association è stato invece perquisita nel villaggio di Al Khader, a sud di Betlemme ed anche questa costretta alla chiusura.
La Striscia di Gaza
Civili palestinesi hanno cominciato ad accalcarsi al valico di Rafa mercoledì, per arrivare ad un totale di circa 5000 persone giovedi una volta saputo che il confine sarebbe stato aperto. Il personale di sicurezza palestinese ha perso il controllo della situazione. Fonti mediche riferiscono che l’accalcarsi della folla ha provocato il ferimento di circa sette persone e la morte di un uomo anziano che si stava recando in Egitto proprio per cure mediche. Per cercare di ristabilire l’ordine gli osservatori dell’UE hanno chiuso temporaneamente il valico.
Secondo gli osservatori internazionali, il valico di Rafah è rimasto aperto solo per 1/5 del tempo stabilito, da giugno scorso. Il responsabile dei negoziati per la Palestina, Saeb Eriqat ha protestato contro questa politica di controllo, chiedendo ad Israele di non bloccare il traffico tra l’Egitto e la Striscia di Gaza.
L’esercito israeliano ha condotto due incursioni militari, di lieve entità, a Beit Hanoun, martedì e giovedì scorso, durante le quali ha spianato una zona che aveva distrutto già in precedenza.
Continuano gli Scavi a Gerusalemme.
Il tribunale israeliano ha emesso un ordinanza restrittiva per l’Imam Raed Salah, capo del movimento islamico in Israele. Questo provvedimento gli impedisce di entrare se accompagnato da sei o più persone, in qualsiasi luogo pubblico.
La corte ha tuttavia respinto la richiesta avanzata dalla polizia Israeliana di bandirlo completamente da Gerusalemme. L’imam era stato arrestato dai poliziotti israeliani, mercoledì scorso, dopo aver sventolato la bandiera siriana e palestinese, durante una protesta a Gerusalemme.
La corte ha incriminato Salah, per la partecipazione ad una ‘sommossa’ organizzata davanti agli scavi che Israele sta portando avanti nei pressi della Moschea di Al Aqsa.
I giornali riportano che si è trattato di un processo breve, al termine del quale l’imputato si è rifiutato di firmare le condizioni decise dalla corte.
Sembra che in aula, l’avvocato dell’Imam abbia mostrato un filmato che dimostrava l’innocenza dell’uomo, che non avrebbe partecipato attivamente ai disordini, ne tantomeno colpito un poliziotto o resistito all’arresto. Il nastro mostra anche l’esercito che lancia bombe sonore contro i manifestanti.
Gli scavi al ponte di Al-Mugrabi, vicino alla Moschea di Al Aqsa sono stati oggetti di critiche da parte del mondo cristiano e musulmano.
Le escavatrici israeliane hanno demolito il ponte, una delle entrate principali alla moschea di Al Aqsa, a Gerusalemme, questo febbraio. I palestinesi temono che i lavori possano indebolire le fondamenta della Moschea, poiché questi sono troppo vicini all’edificio.
Gli attacchi a questa moschea, terzo luogo sacro per l’Islam, hanno causato spesso l’inasprimento del conflitto. La seconda intifada, infatti, è esplosa nel settembre del 2000, quando il primo ministro israeliano, Ariel Sharon ha visitato il luogo. Da allora sono stati uccisi circa 5000 palestinesi e 1100 israeliani.
Scontri Interni
Questo lunedì, un miliziano delle Brigate di Al Quds, il braccio armato della Jihad islamica, è rimasto ucciso mentre preparava un ordigno esplosivo nella sua casa, nel campo profughi di Al Nusseirt, a Gaza. Mohammad Al Liddawi di 24 stava costruendo una bomba, quando questa è esplosa improvvisamente ferendolo in maniera grave. L’uomo è morto tre ore dopo nell’ospedale di Al Shifa.
Martedì scorso, due bambini sono rimasti feriti a Jabalia, città nel nord della Striscia di Gaza, in seguito all’esplisione di un oggetto non identificato. Dr. Moawiya Hasanain, responsabile del dipartimento di emergenza del ministero della salute, ha dichiarato ai giornali che
Hassan Abu Warda, di 5 anni, e la sorellina Diane di 4 sono stati colpiti da una trave di un edificio, crollata in seguito all’esplosione.
Sempre di lunedì , nel pomeriggio, una guardia, appartenente al partito di Fatah è stata ferita durante uno scontro, tra le forze di sicurezza palestinesi, legate a Fatah e le guardie fedeli ad Hamas. La lite era scoppiata perchè entrambi I gruppi reclamavano il controllo della zona. Lo stesso giorno, un uomo a volto coperto ha aperto il fuoco contro la casa e l’automobile di un ufficiale della sicurezza.
Alcune raffiche di mitra sono state sparate anche verso il commissariato di polizia, e gli agenti hanno risposto al fuoco. Gli ufficiali della sicurezza di Fatah hanno chiesto alle forze di sicurezza di Hamas di abbandonare l’area, ma questi si sono rifiutati, sostenendo che quel luogo era sotto la loro protezione. A Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza, invece, un uomo armato ha sparato contro un negozio.
Sempre a Khan Younis, riportano alcuni giornali locali, cinque uomini armati hanno rapito un cittadino, sabato scorso. Si tratta di Mohammad Shahin, di 22, gestore di un Internet café, è stato sequestrato nel suo negozio nel quartiere di Al-Amal.
Secondo i testimoni, cinque uomini armati sono entrati nel Caffè e hanno trascinato via il proprietario. Le forze di polizia hanno allora cominciato le indagini mentre il portavoce di Fatah condannava l’attacco e Hamas declinava ogni responsabilità per l’accaduto. Shalin, infatti sembra non avere alcun legame con le due forze politiche. L’uomo è stato rilasciato dopo breve tempo.
Crisi Finanziaria
La crisi economica in Palestina è in piena avanzata. Questo è dovuto principalmente all’impossibilità del governo palestinese di pagare gli stipendi agli impiegati pubblici, ovvero a circa 165.000 palestinesi
Ormai da un anno, l’Autorità Palestinese , non paga regolarmente gli impiegati statali, a causa dell’embargo che gli Stati uniti ha stabilito in seguito alla vittoria elettorale di Hamas nel gennaio del 2006. Questo ha causato una crisi finanziaria senza precedenti nei territori Palestinesi.
Il ministro delle finanze e del lavoro sostiene che il governo pagherà gli stipendi del mese di febbraio più il 10 % dei salari arretrati. Tuttavia questo accordo non è stato ancora rispettato ed il sindacato dei lavoratori ha minacciato nuovi scioperi.
Conclusioni
Queste sono solo alcuni degli avvenimenti di questa settimana in Palestina.Per aggiornamenti costanti visitate il nostro sito www.imemc.org. Grazie per averci seguito dalla citta` occupata di Betlemme, questo e` tutto da Anna Rossi, Monica Bitto e Ghassan Bannoura.