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Questa settimana in Palestina, un servizio dell’ International Middle East Media Center, www.IMEMC.org, per la settimana dal 23 al 27 aprile 2007.
Dieci palestinesi sono stati uccisi, questa settimana e 44 rapiti, dalle forze militari israeliane. Scontri interni nella striscia di Gaza hanno causato alcuni morti e molti feriti. Nel frattempo, continuano le incursioni israeliane e gli omicidi dell’esercito mentre riprendono i lanci di missili verso le città israeliane. Vi racconteremo queste ed altre notizie, rimanete con noi.
Resistenza non violenta nella West Bank
Cominciamo il nostro consueto report settimanale parlando delle manifestazioni di protesta non violenta di Bil’in e Betlemme.
Bil’in
Venerdì, gli abitanti del villaggio di Bil’in, nella parte centrale della West Bank, insieme ad alcuni attivisti pacifisti Israeliani ed internazionali hanno marciato insieme come ogni settimana, protestando contro il muro illegale costruito da Israele sui territori appartenenti al villaggio.
Anche se le truppe israeliane erano spiegate attorno al villaggio per tenere i dimostranti lontani, questa settimana, gli organizzatori hanno cambiato il percorso della dimostrazione, prendendo i soldati di sorpresa. Gli attivisti sono riusciti dunque a raggiungere il muro e a marciare su una ‘security road’ situata tra il muro e la cosi detta barriera di sicurezza, di filo spinato. Come accade ormai ogni settimana, l’esercito ha risposto con la violenza nei confronti di civili disarmati.
Ai microfoni dell’IMEMC parla Johanas, dell’ International Solidarity Movement.
Tre sono stati i dimostranti feriti, che hanno avuto bisogno di essere trasportati in ospedale, mentre Abdullah Abu Rahamah, coordinatore del comitato popolare del villaggio contro il muro e gli insediamenti, è stato arrestato dai soldati e rilasciato dopo 4 ore.
Sempre a proposito di Bil’in, Alberto de Jesus, conosciuto come Tito Kayak, è stato rilasciato dopo essere stato detenuto per cinque giorni dall’esercito. L’uomo era stato catturato durante la precedente marcia a Bil’in per un azione di dimostrazione non violenta notevole. Egli è infatti riuscito a scalare una torre di comunicazione israeliana alta 100 metri, sventolando in seguito la bandiera palestinese. Tito è un noto attivista in lotta per l’indipendenza dei Portoricani. Nel 2002, in un clamoroso e pubblicizzato evento, aveva scalato la statua della libertà a New York ed appeso una bandiera Portoricana.
Bethlehem
Sempre di Venerdì, a mezzogiorno, Attivisti pacifisti israeliani, palestinesi e internazionali hanno organizzato una dimostrazione non violenta nei pressi della città di Betlemme a sud della West Bank per protestare contro l’espansione degli insediamenti illegali israeliani e la costruzione del muro.
Circa un centinaio di persone si sono riunite vicino allo svincolo stradale della route 60, nei pressi dell’insediamento israeliano di Efrat, e hanno mostrato cartelloni contro l’occupazione di fronte alla strada trafficata cantando slogan come “Fermiamo l’assassinio di Betlemme”.
Diversi villaggi del distretto di Betlemme sono sotto la continua minaccia dell’espansione delle colonie israeliane e della costruzione del muro di separazione. Migliaia di dunams di terreno coltivabile sono andati perduti e molte persone vivono confinate come all’interno di un ghetto. I soldati hanno impedito ai dimostranti di attraversare la strada ed hanno provato ad oscurare i cartelli formando una barriera umana.
Tuttavia alcuni dimostranti hanno scalato un blocco di cemento di circa tre metri e hanno sventolato la bandiera palestinese insieme a palloncini verdi neri, bianchi e rossi. Alcuni rappresentanti palestinesi hanno fatto dei discorsi in Inglese e Arabo ringraziando i presenti e esortandoli a partecipare alle prossime azioni non violente di resistenza.
I manifestanti hanno marciato per circa 100 yards lungo la strada che porta al villaggio di Um Salumoneh e al Settlement Illegale di Efrat, cantando slogan contro l’occupazione. L’azione è finita pacificamente fra dozzine di soldati armati.
Questa azione fa parte della “Stop the Bleeding of Bethlehem Campaign”, un’iniziativa di alcuni attivisti nell’area di Betlemme. Fra questi ci sono anche vari membri delle fazioni politiche palestinesi e dei comitati di resistenza popolare che si sono sempre battuti attivamente contro la costruzione del muro, delle colonie e contro la confisca di terre o le altre pratiche dell’esercito Israeliano nell’area di Betlemme.
Questa campagna si attiene interamente a metodi di resistenza civile non violenta come forma di rifiuto all’occupazione. Attraverso canali comuni di interazione entro le comunità locali si assicura il massimo della partecipazione possibile fra le persone coinvolte. La campagna è inoltre un tentativo di creare un movimento di resistenza non violenta attivo che possa comprendere tutta l’area di Betlemme.
Politica interna
All’inizio di questa settimana il ministro degli interni palestinese Hani Al Qawasmi ha ritirato le sue dimissioni che erano state rifiutate dal primo ministro Ismail Haniyeh. Al Qawasmi, ministro indipendente, aveva deciso di dimettersi dopo aver presentato il piano di sicurezza per Gaza, un piano mirato alla fine degli scontri interni e a migliorare la condizione di sicurezza nei territori.
L’IMEMC ha intervistato il dottor Ghazi Hamad, portavoce di Hamas, sulle ragioni della decisione del ministro:
Fonti locali e media sostengono che la “mancanza di cooperazione tra gli ufficiali di sicurezza” sarebbe la vera ragione per le sue dimissioni.
Negli ultimi giorni il presidente palestinese Mahmoud Abbas si trova impegnato in un tour internazionale, per creare rapporti diplomatici e supporto per il governo di coalizione. Il quartetto intanto ha rinnovato l’intenzione di portare avanti il boicottaggio economico nei confronti dell’Autorità Palestinese. Le sanzioni continueranno, secondo quanto sostengono i membri del quartetto, finché Hamas non riconoscerà Israele rinunciando alla violenza e non accetterà i trattati di pace siglati in precedenza.
Alcune nazioni europee come la Francia e la Grecia, sono daccordo sul fatto che 14 mesi di embargo economico sono troppi. Il ministro delle Finanze Palestinese, dopo il suo incontro con il segretario di Stato americano Condoleeza Rice, si è detto ottimista sulla possibile apertura di nuovi orizzonti. Salam Fayad, preoccupato per l’embargo internazionale verso il governo ha dichiarato che “ questo non aiuterà l’AP a diventare finanziariamente indipendente, anzi potrebbe esserci presto un collasso di quest’ultima”.
Delle stessa idea è anche il ministro delle Comunicazioni Mustafa Barghouti. Intanto Washington ha promesso il trasferimento di 59 milioni di dollari come supporto finanziario al presidente Abbas. L’autorità palestinese ha dovuto affrontare un periodo di crisi finanziaria notevole nell’ultimo anno, dopo il blocco dei fondi internazionali, in seguito alla vittoria di Hamas nelle elezioni del Gennaio 2006.
Aggiornamenti sulle invasioni
West Bank
Durante questa settimana l’esercito israeliano ha condotto almeno 30 operazioni militari in territorio palestinese. Durante le incursioni, le forze israeliane hanno ucciso 8 persone, fra le quali anche due bambini.
Inoltre, l’esercito ha arrestato circa 44 persone, fra le quail 8 bambini ed una donna. Dall’inizio dell’anno gli arresti di civili palestinesi dap arte dell’esercito sono stati 1007. L’esercito ha anche occupato una casa nel villaggio di Saffa, a nordovest di Ramallah, trasformandola in una base militare.
Karem Zahran, di 4 anni, è stato ucciso nel villaggio di Deir Abu Mish’al, vicino a Ramallah. Si trovava tra i giovani locali che tiravano pietre verso i soldati israeliani che erano entrati nel villaggio per perquisire le case e cercare ricercati.
I militari hanno trattenuto il bambino, ferito gravemente per più di un ora prima di consegnarlo, già morto ai portantini dell’ambulanza. Talal Iedah, conducente dell’ambulanza, ha raccontato che il veicolo è stato bloccato per un’altra mezz’ora prima di raggiungere l’ospedale di Ramallah:
Altre 8 persone sono state uccise durante il weekend, durante le incursioni israeliane in Cisgiordania, tre di loro civili, e fra questi anche due minori. Gli altri cinque invece erano membri della resistenza armata. Contro le leggi internazionali e nonostante l’espresso divieto della corte di giustizia israeliana i soldati continuano ad usare i civili come scudi umani, facendoli camminare di fronte alle Jeep militari durante le operazioni. Testimoni oculari, nel campo profughi di Balata, vicino Nablus, raccontano che l’esercito ha costretto un abitante del campo Mahmoud Ji’arim a camminare con loro mentre perquisivano le case. Mahmoud ha raccontato la sua esperienza.
L’esercito israeliano continua a tenere sotto stretto assedio le comunità palestinesi, ed ha imposto serie restrizioni di movimento nei confronti dei civili palestinesi a Gaza e nella West Bank, come a Gerusalemme Est. Domenica mattina, il 22 aprile, l’esercito ha stabilito la chiusura totale dei territori per celebrare l’anniversario della creazione di Israele , avvenuta 59 anni fa.
Durante la settimana, l’esercito ha ferito 18 persone, fra le quali anche due bambini un giornalista e 4 donne. Fonti mediche palestinesi dall’ospedale di Jenin, a Nord della West Bank dichiarano che due fratelli, uno di 7 anni e l’altro di 4 sono stati feriti lievemente in seguito all’esplosione di un oggetto lasciato dall’esercito israeliano poco prima.
Lunedì mattina, alcuni coloni israeliani hanno aggredito un contadino palestinese nel villaggio di Halhoul, a nord di Hebron. I coloni, dall’insediamento di Kurmitsur, situato sui terreni appartenenti in precedenza ai palestinesi, hanno assalito il contadino sulla sua terra, confinante con l’insediamento.
Media Israeliani riportano che un palestinese ed un israeliano sono rimasti feriti durante una sparatoria a Gerusalemme Est, questo lunedì mattina. Secondo i giornali locali, un palestinese avrebbe aperto il fuoco contro l’auto dell’israeliano, ferendo il conducente ad un braccio. Un passante palestinese sarebbe stato ferito da un proiettile volante.
La Striscia di Gaza.
Israele ha lanciato un missile contro un automobile di Civili a Gaza, uccidendo una persona identificata come Kamal Annan e ferendone altre due, sospettate di essere membri della Jihad Islamica. Questo gruppo armato ha rivendicato la responsabilità di alcuni attacchi di missili artigianali sparati verso Israele nelle ultime settimane. Testimoni affermano che l’esplosione dell’auto è avvenuta nella strada principale di Salah Eldin a Gaza, nella zona di She’sha’a, vicino al palazzo dell’amministrazione Civile Israeliana.
Fonti mediche confermano che il corpo di Annan è arrivato all’ospedale di Al Awda, ed era ormai troppo tardi data l’entità delle ferite.La Jihad islamica ha risposto all’attacco lanciando razzi artigianali verso la città di Sderot dove però non c’è stato alcun ferito.
L’attacco aereo di Sabato, nel nord della striscia di Gaza fa parte di una serie di interventi militari israeliani iniziati nelle ultime settimane. L’esercito ha rafforzato la sua presenza al confine fra Gaza e Israele dichiarando che ‘avrà la mano pesante’ verso chi lancerà missili. Gli attacchi a Gaza rappresentano una violazione del cessate il fuoco raggiunto tra palestinesi ed israeliani nel novembre 2006, dopo il massacro commesso dagli israeliani nella città di Beit Hanoun dove sono rimasti uccisi 19 civili.
Questa sembra essere la ripresa delle ostilità e l’inizio di una nuova campagna militare israeliana nella Striscia di Gaza. Testimoni raccontano che un aereo militare israeliano ha lanciato manifesti lunedì all’alba. I volantini minacciano che, se i gruppi di resistenza continueranno a lanciare missili Qassam, l’esercito invaderà Gaza.
Fonti palestinesi riportano che mercoledì scorso nella notte, un miliziano della resistenza palestinese è mosto in seguito alle ferite riportate lo scorso novembre 2006. Omer Abu Shari’a di 26 anni, era stato ferito gravemente durante un esplosione avvenuta in seguito ad un bombardamento israeliano. Abu Sariah era un attivista delle brigate di Al-Aqsa il braccio armato di Fatah.
Sempre di mercoledì, alcuni veicoli militari hanno invaso l’area di Sufa, a nordest della città di Khan YOunis. Inoltre un palestinese è stato ferito a Jabalia, nel nord della striscia di Gaza, durante un invasione. I soldati sono entrati per 200 metri nell’area di Jabalia, e hanno cominciato a distruggere i campi dei palestinesi con i bulldozer. Tre carri armati ed altri veicoli sono entrati nell’area.
In un altro attacco, è rimasto ferito un altro uomo, dall’esercito israeliano, sempre a Jabalia. Il dr. Muawiya Hassanen responsabile dell’unità di emergenza del’ministero della Salute, ha raccontato che Salah Zeida Asaliyya, 18 anni è stato colpito da un proiettile alla spalla. Il ragazzo si trovava vicino ad uno stanziamento militare nell’area di Abu Safiyya, quando l’esercito ha aperto il fuoco verso alcune case.
Attacchi dei Palestinesi
Le brigate di Al Qassam, il braccio armato di Hamas ha condotto un attacco missilistico su larga scala verso obiettivi israeliani situati vicino alla striscia di Gaza, questo martedì all’alba, dichiarando la fine di una tregua di due anni.
Fino ad ora, le brigate hanno lanciato 30 missili artigianali Qassam e 61 colpi di mortaio verso Israele.
In un comunicato stampa emesso questo martedì, le brigate di Al Qassam hanno dichiarato che i combattenti lanceranno missili verso Israele. Abu Ubaidah, portavoce dei resistenti palestinesi, ha affermato che il lancio di missili fa parte di un’operazione chiamata “striking against Zionist colonies”, “Attacchi contro le colonie Sioniste, cominciata questo martedì mattina.
Abu Ubaidah ha dichiarato che le operazioni sono una risposta ai “crimini portati avanti dall’esercito israeliano contro i civili palestinesi e contro i miliziani, nella striscia di Gaza e nella West Bank”. Abu Ubaidah ha anche aggiunto che Israele non ha rispettato il cessate il fuoco dichiarato l’anno scorso. “ non c’è pace fra noi e l’occupazione, “Abbiamo provato al mondo – sostiene il portavoce – che l’occupazione sta commettendo crimini contro l’umanità e che loro sono i primi a violare le tregue e gli accordi presi.
Abu Ubaidah ha concluso che l’attacco, verso alcuni veicoli militari israeliani è la risposta alle azioni criminali portate avanti dall’esercito contro i membri della resistenza armata. Questa settimana i palestinesi sono stati 10, e fra questi anche due bambini.
Il primo attacco è stato a Jenin, a nord della West Bank questo giovedì all’alba. I miliziani palestinesi hanno detonato una bomba a mano contro le jeep militari israeliane che pattugliavano l’area.
Sempre giovedì, all’alba, un altro gruppo di miliziani palestinesi ha preso di mira un veicolo militare israeliano sulla strada di Atara Birzeit vicino alla città di Ramallah. Il gruppo ha lanciato tre grenade verso la jeep militare.
Non c’è stata alcuna vittima fra i militari in seguito all’attacco. Le brigate di Abu Ali Mustafa il braccio armato del Fronte Popolare di Liberazione Palestinese (PFLP) hanno rivendicato la responsabilità dell’attacco.
Scontri interni
Venerdì, uno dei membri delle forze di sicurezza nazionale Palestinese è stato ucciso e tre poliziotti sono stati feriti da un attacco di alcuni uomini a volto coperto che hanno aperto il fuoco verso le persone in attesa al terminal di Gaza nel Valico di Rafah. L’incidente è ancora oggetto d’indagine.
Mercoledì notte, un ufficiale della sicurezza palestinese è morto durante un inseguimento ad Al Bireh, vicino a Ramallah. Mohammed Al Ahmad, delle forze di sicurezza è stato ucciso, ed altre cinque persone ferite, mentre inseguiva un ladro di auto.
Un altro palestinese è morto mercoledì in seguito alle ferrite sostenute a Gaza due mesi fa durante uno scontro tra fazioni nemiche. Hassan Siam, di 24 anni era rimasto ferito gravemente nel campo profughi di Al’shat secondo quanto riportano fonti mediche.
Sempre mercoledì i familiari di un uomo di Gaza, rapito ed ucciso dal gruppo estremista dell’“Esercito dell’Islam” hanno fatto irruzione nell’edificio del Municipio a Gaza, portando anche il corpo dell’uomo in protesta. Il gruppo aveva rivendicato la responsabilità dell’assassinio di Abu Sharkh, ucciso nel campo profughi di Jabalia, a nord della striscia di Gaza. I parenti di Sharkh hanno chiesto al governo di continuare le indagini sulla faccenda.
Sempre nella striscia di Gaza, lunedì notte, un ragazzo è stato ucciso, colpito da un proiettile vagante, vicino alla sua casa. Le circostanze dell’omicidio sono rimaste oscure.
Domenica notte, due fratelli sono stati uccisi da due uomini a volto coperto nel centro della striscia di Gaza. Haitham Abu Amro e il suo fratello Mohammad, entrambi di 20 anni, erano stati uccisi durante una sparatoria avvenuta sulla strada litoranea. Sempre di domenica, un terzo uomo, Hasan Abu Sharkh di 27 anni è stato ucciso durante alcuni scontri nel nord di Gaza.
Lunedì, due palestinesi sono stati feriti durante uno scontro armato a Gaza.
Nel campo profughi di Shat’ invece sono rimasti feriti tre civili palestinesi a causa di una misteriosa esplosione proveniente da un’abitazione. Un farmacista palestinese e suo figlio sono stati bersaglio di alcuni colpi di pistola. Alcuni uomini mascherati hanno sparato verso la loro auto mentre percorrevano la strada principale. Questo Sabato, Ashraf El Ajrami, un giornalista impiegato nel ministero della comunicazione palestinese, è stato ferito durante uno scontro a fuoco tra le forze dell’ordine e degli uomini armati del clan di El Ajrami, a Jabalia. Un altro membro della famiglia è rimasto lievemente ferito dallo scoppio di una granata.
Mercoledì, un gruppo di reporter Palestinesi e rappresentanti dei media internazionali hanno protestato per il rapimento del reporter della BBC, Alan Johnston nella Striscia di Gaza, avvenuto sei settimane fa. Il vice primo ministro palestinese ha confermato la notizia che Johnston è ancora vivo e che le forze di polizia palestinese stanno lavorando per ottenere la sua liberazione.
La manifestazione fa parte di una serie dimostrazioni organizzate dai giornalisti a Gaza, Ramalla e Londra. Jo Floto, produttore esecutivo della BBC, che ha partecipato alla protesta ha confermato che la rete televisiva Britannica non ha notizie sulle condizioni del suo reporter:
Conclusioni
Questi sono solo alcuni dei fatti avvenuti questa settimana in Palestina. Per ulteriori informazioni visitate il nostro sito www.imemc.org. Grazie per averci seguito dalla città occupata di Betlemme. Avete ascoltato, Questa settimana in Palestina, edito per voi da Anna Rossi, Monica Bitto e Ghassan Bannoura.