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Questa settimana in Palestina, un servizio dell’International Middle East Media Center, www.IMEMC.org, per la settimana dal 10 maggio, al 16 maggio 2008.
Gli sforzi egiziani per raggiungere una tregua nella Striscia di Gaza continuano, così come l’assedio israeliano e gli attacchi militari che lasciano 10 Palestinesi morti. Vi racconteremo queste ed altre storie rimanete con noi.
Resistenza Nonviolenta
Cominciamo il nostro rapporto settimanale con le azioni di protesta nonviolente nella West Bank.
Betlemme
A mezzogiorno di venerdì, il comitato popolare del villaggio di Al Khader vicino alla città di Betlemme, nel sud della West Bank ha tenuto una manifestazione non-violenta per protestare contro la costruzione della muro israeliano di separazione, ricordare la Naqba palestinese e chiedere il riconoscimento del diritto al ritorno del popolo palestinese. Circa 150 Palestinesi, internazionali e attivisti israeliani di pace hanno partecipato alla protesta, che è cominciata con una preghiera vicino al checkpoint all'entrata del villaggio.
Non appena i dimostranti si sono riuniti per la preghiera, almeno 30 militari israeliani hanno ostruito il checkpoint, tentando di bloccare il corteo. I manifestanti hanno marciato verso il blocco militare e ci si sono seduti davanti per quasi mezz'ora. Dopo i consueti discorsi tenuti dal comitato popolare, la protesta si è conclusa pacificamente. Il tema della protesta era la Nakba: "sessanta anni di una catastrofe che continua, sessanta anni del asilio; sessanta anni di violazioni dei diritti umani e delle necessità umane di base dei Palestinesi ".
Inoltre vicino a Betlemme circa 250 Palestinesi ed internazionali, compresi 70 cittadini americani hanno manifestato contro la costruzione della muro di separazione sulla terra del villaggio di Al-Me'sara la mattina di venerdì. I dimostranti portavano magliette nere e bandierine nere alzate in segno di dolore per commemorare il 60esimo anniversario della Nakba, e dell’esodo del popolo palestinese nel 1948.
Quando il corteo è arrivato al cantiere di costruzione del muro, dozzine di soldati israeliani si sono allineati ed hanno bloccato la strada con il filo spinato per impedire ai dimostranti di avanzare. Questi hanno installato una tenda al luogo per ricordare le tende dove i Palestinesi espulsi nel 1948 hanno vissuto. Le truppe hanno assalito il corteo pacifico con manganelli e calci del fucile ferendo tre persone in modo non grave.
Bil'in
Gli abitanti di Bil'in, situato vicino alla città di Ramallah nel centro della West Bank, con il sostegno di attivisti internazionali ed israeliani hanno condotto la loro protesta nonviolenta settimanale, a mezzogiorno di venerdì, contro il muro di separazione israeliano costruito sulla terra del villaggio. I manifestanti hanno trasportato cartelli e bandiere che chiedevano la rimozione del muro israeliano, delle colonie e chiedendo alla Comunità internazionale di aiutare i Palestinesi a preservare Gerusalemme dall'occupazione dell’esercito israeliano.
Come ogni settimana la protesta, cominciata dopo la preghiera di mezzogiorno del venerdì, è partita dalla moschea locale. I residenti del villaggio di Bil'in, con attivisti di pace israeliani ed internazionali, hanno marciato verso il cancello che sta separando il villaggio dalla sua terra. Appena la protesta ha raggiunto il cancello del muro, i soldati hanno cominciato a lanciare gas lacrimogeni e pallottole di acciaio rivestite di gomma. Un gran numero di manifestanti è stato ricoverato per inalazione da gas.
Politica
Gli sforzi egiziani per raggiungere un accordo di tregua nella Striscia di Gaza continuano, mentre i Palestinesi rimangono scettici sulla visita di Bush in Israele, vedendo che nessuna soluzione è stata ancora raggiunta. All’inizio della settimana il Primo Ministro palestinese, Salam Fayyad, ha criticato il momento scelto dal presidente Bush per la sua visita in Israele suggerendo che il presidente americano dovrebbe visitare Israele quando una soluzione pacifica verrà raggiunta fra Israele ed i Palestinesi.
Fayyad inoltre ha minimizzato l’importanza delle celebrazioni in Israele, per ricordare la cosiddetta indipendenza dello stato ebraico nel 1948. "Tali celebrazioni sono insignificanti," ha detto, "in un periodo in cui questi due popoli, israeliano e palestinese, non possono celebrare la creazione di due stati indipendenti'. La visita del presidente Bush in Israele, nella quale Bush ha espresso un supporto senza precedenti allo stato di Israele, avviene nel contesto dei colloqui di pace Israelo-palestinesi, in fase di stallo, dopo il summit di pace di Annapolis tenutosi lo scorso novembre.
Secondo quanto i Palestinesi e gli israeliani hanno deciso durante l’incontro di Annapolis, tutte le questioni in sospeso dovrebbero essere risolte per la fine di quest’ anno, prima della conclusione del mandato di Bush, che avverà a gennaio. I palestinesi hanno criticato profondamente le dichiarazioni del presidente americano, che a loro avviso mostrano chiaramente la politica americana di sostegno allo stato di Israele sulle spalle dei loro diritti.
A Gaza, un rappresentante del movimento di Hamas ha detto che le dichiarazioni americane sono una offesa per il popolo palestinese. Il portavoce di Hamas Fawzi Barhoum ha detto che queste dichiarazioni sono un insulto per la gente palestinese e che il movimento non crede alle dichiarazioni di pace americane quanto piuttosto queste parole evidenziano la volontà americana di proteggere Israele e l'occupazione israeliana affinchè ulteriori crimini continuino.
Tayseer Khaled, leader politico del fronte democratico per la liberazione della Palestina, ha dichiarato ai media che questi atteggiamenti sono uno degli ostacoli agli sforzi di pace americani, e di fatto evidenziano un sostegno autentico ai crimini di Israele, come la costruzione di ulteriori colonie. Rispondendo alla domanda sul valore di questa dichiarazione per un avanzamento del processo di pace, Mokhaimar Abu Se'da, un professore di scienze politiche a Gaza, ha dichiarato che Bush non ha potuto fare pressioni su Israele, a causa dei problemi politici interni israeliani.
Bush tra l’altro non ha accennato nè alla Nakbah palestinese, né alla popolazione palestinese che soffre a causa dell'occupazione israeliana, mentre Israele stava celebrando la sua indipendenza, e i rifugiati palestinesi ricordavano la Nakbah con dimostrazioni, raduni ed commemorazioni. L’agenzia delle Nu per i Profughi palestinesi, UNRWA ha tenuto una cerimonia speciale a Gaza.. Karen Abu Zaid, il commissario generale dell'agenzia, ha assistito alla cerimonia ed ha espresso grande rammarico per come gli usa stanno gestendo la questione.
Nella prosima settimana, i rappresentanti dalle fazioni palestinesi si troveranno al Cairo per un nuovo ciclo di colloqui, per quanto riguarda la stipulazione di un cessate il fuoco con Israele. Questa settimana, Omar Sulieman, capo dell’ intelligence egiziana e principale mediatore, ha presentato l'offerta di Hamas ad Israele, che comincerebbe con sei mesi di cessate il fuoco a Gaza che si estenderebbe poi alla West Bank.
All’inizio di questo mese, Israele ha rifiutato la proposta ed ha rilanciato due nuove condizioni: il rilascio di un soldato israeliano fatto prigioniero a Gaza, Gil'ad Shalit, e lo stop al contrabbando di armi dall'Egitto alla regione litoranea. Il movimento di Hamas e le altre fazioni di Gaza hanno rifiutato le due condizioni, sostenendo che il caso di Gil’ad Shalit si possa trattare come un caso a sé, e possa essere risolto nel quadro di uno scambio di prigionieri.
Venerdì, i mezzi di informazione israeliani hanno suggerito che l'esercito israeliano si stia preparando per effettuare un nuovo ciclo di attacchi militari alla Striscia di Gaza, in seguito alle dichiarazioni di Bush.
Gli attacchi israeliani
La Striscia Di Gaza
Gli attacchi dell'esercito israeliano a Gaza sono continuati questa settimana, dove l’assedio e gli attacchi militari hanno ucciso 10 Palestinesi. Martedì, le truppe israeliane hanno ucciso un residente ed hanno ferito tre persone ad Al Qarara, Khan Younis, nella Striscia di Gaza del sud. Successivamente quella notte, due pazienti palestinesi sono morti a causa dell’assedio israeliano totale della Striscia di Gaza.
I medici hanno detto che Samyiah Al Suftawi, un paziente malato di cancro di 55 anni ed Misbah Abed Al Shafee, di 51 anni, malato di cuore, sono morti perché non gli è stato permesso di lasciare la regione litoranea per ricevere cure mediche. Di conseguenza, il numero di pazienti privati di cure mediche vitali dall’assedio che dura ormai da 11 mesi, ora è arrivato alla cifra di 153.
La mattina presto di mercoledì, i soldati israeliani hanno ucciso quattro Palestinesi, compreso un combattente, ed hanno ferito quattordici residenti a Jabalia, nella Striscia di Gaza del nord e a Khan Younis, nella parte sud della regione litoranea. Poco prima della mezzanotte di mercoledì, ad est di Al Shujaeyya, a Gaza, due combattenti del braccio armato di Hamas, le brigate di Qassam sono stati uccisi dai colpi dell’esercito Israeliano. Altri tre altri sono stati feriti. Le truppe israeliane hanno attaccato poco prima di mezzanotte, colpendo Mohammad Al Harara ed Ahmad Malahi. Fonti mediche hanno detto che i loro corpi sono stati mutilati orrendamente.
Fonti mediche palestinesi hanno segnalato che Osama Alastal, di 23 anni, un membro delle brigate Al Qassam, è stato ucciso la mattina di domenica a Khan Younis, Striscia di Gaza. L’uomo si trovava con altri combattenti della resistenza delle brigate Al Qassam ed è stato colpito da colpi di arma da fuoco vicino al confine tra Gaza e Israele.
Nel frattempo, secondo fonti locali palestinesi, un'unità israeliana sotto copertura è entrata nelle vicinanza di Alnahda, ad est della città di Rafah, nella Striscia di Gaza del sud. Testimoni oculari hanno riferito che la squadra israeliana ha attaccato alcune abitazioni residenziali. Nessun ferito è stato segnalato.
In risposta agli attacchi israeliani, gruppi palestinesi di resistenza a Gaza hanno attaccato obiettivi israeliani oltre confine. Secondo fonti israeliane, una donna anziana di 70 anni è stata uccisa dai razzi palestinesi lunedì durante gli attacchi contro Israele. Mercoledì, quindici israeliani, residenti della città di Ashkelon sono stati feriti, di cui tre in modo grave, dopo che i combattenti palestinesi hanno lanciato diversi ordigni artigianali verso la città israeliana di confine.
La West Bank
Mentre i Palestinesi hanno commemorato il sessantesimo anno di Nakba, che in arabo significa la catastrofe, l'esercito israeliano ha effettuato almeno 20 incursioni militari nella West Bank, arrestando almeno 30 civili palestinesi, compresi 7 bambini e un giornalista. Gli attacchi israeliani di questa settimana sono stati effettuati nelle città di Ramallah, Nablus e Jenin. Con gli arresti di questa settimana, il numero di civili palestinesi detenuti dall'esercito israeliano nella West Bank, dall'inizio di 2008, arriva a 1.155 persone.
Mercoledì all'alba, l'esercito israeliano ha effettuato una incursione in un villaggio vicino a Hebron ed ha arrestato Hassan Al Rujoub, di 24 anni, un giornalista di una testata locale dell'università. La mattina di giovedì, dozzine dei coloni armati hanno occupato un pezzo di la terra ad est di Beit Sahour, una città vicino a Betlemme, per costruire un nuovo insediamento. I coloni sono stati accompagnati dalle truppe dell'esercito Israeliano.
Le truppe israeliane hanno arrestato Farid Al-Atrash, un avvocato di Betlemme, che era fra i Palestinesi che protestavano contro la creazione di una nuova colonia. Uno dei coloni, che ha rifiutato di rivelare il suo nome, ha negato l'esistenza di qualsiasi terra che possa chiamarsi palestinese sostenendo che l’unica terra che esiste si chiama Judea. Salah EL-Taamari, sindaco di Betlemme, ha detto che Israele non sta mostrando alcuna inclinazione verso la pace ed è interessata solo nell'annessione di più terra.
Mercoledì, l'istituto di ricerca applicato di Gerusalemme (ARIJ), aveva anticipato che le informazioni raccolte rivelavano l’intenzione israeliana di cominciare una nuova colonia nella zona. Questa terra, conosciuta come Ush Ghrab è stata occupata dall'esercito israeliano nel 1967 ed usata come base militare, da cui l'esercito israeliano si è ritirato unilateralmente nel 2006. Il comune di Beit Sahour, che possiede la maggior parte della terra in quanta zona, aveva programmato immediatamente di iniziare a costruire dei giardini pubblici per le Comunità di Betlemme.
La mattina di giovedì, un Palestinese dalla città di Sa'er, vicino alla città di Hebron del sud della West Bank, è stato ferito dal fuoco Israeliano dopo lo scoppio di scontri con l’esercito. Lunedì, Shareif Al Tuorah, di 15 anni, è stato ferito da un proiettile di gomma durante gli scontri avvenuti nel villaggio di Tafouh, vicino a Hebron. Le truppe hanno invaso il villaggio ed hanno perquisito alcune abitazioni prima che i giovani del posto cominciassero a rispondere ai soldati. Tre giovani Palestinesi sono stati feriti a mezzogiorno di sabato quando le truppe israeliane hanno invaso il villaggio di Jaba, vicino alla città di Jenin a nord della West Bank. Fonti locali di informazione hanno detto che almeno 15 veicoli israeliani dell'esercito sono entrati nel villaggio, in cui le truppe hanno condotto perquisizioni casa per casa su larga scala. Durante la ricerca, scontri sono scoppiati fra i soldati e i giovani dal villaggio, durante i quali i tre ragazzi sono stati feriti.
Nakba
Questa settimana ricorreva il sessantesimo anniversario della Naqba, quando le forze sioniste hanno attaccato e distrutto oltre 530 città e villaggi palestinesi, espellendo oltre 750.000 Palestinesi. Il 15 Maggio è il giorno in cui i Palestinesi commemorano questo evento, poiché è il giorno in cui Israele ha dichiarato la nascita dello stato ebraico sulla terra Palestinese, rifiutando da allora di permettere il ritorno dei rifugiati palestinesi o dei loro discendenti. Da allora in questo giorno milioni di rifugiati palestinesi scendono in piazza, commemorando la Nakba e chiedendo il rispetto del loro diritto al ritorno.
Questo anno le manifestazioni dei profughi nella West Bank sono state soppresse brutalmente dai militari israeliani. Uno degli oltre 530 villaggi distrutti da Israele nella guerra 1948 era il villaggio di Al-Wallajah. Originalmente situata vicino a Gerusalemme e a Betlemme, la Comunità è stata costretta a spostarsi nella parte delle terre del villaggio rimaste sotto controllo arabo in seguito all’occupazione israeliana. Oggi queste persone sono la prova vivente dello spostamento continuo dei Palestinesi, la prova vivente della Nakba continua del popolo Palestinese.
Le truppe sioniste sono conosciute come l'esercito israeliano dopo che la dichiarazione dello stato di israele il 14 maggio 1948. Durante la guerra del 48, i gruppi armasti sionisti hanno distrutto oltre 530 villaggi palestinesi, compreso il villaggio di Al-Wallajah nel distretto di Gerusalemme. Quando le forze britanniche hanno posto fine al protettorato sul territorio palestinese hanno di fatto armato le forze sioniste, lasciandolgi il controllo del paese.
Quando gli inglesi se ne andarono, gli uomini palestinesi di Al wallajah costruirono delle barricate intorno alla città e quando gli ebrei li attaccarono i residenti del villaggio riuscirono a tenerli indietro ed a rimanere nel villaggio per altri sei mesi. Ogni giorno gli ebrei uccidevano qualcuno degli uomini del villaggio. Poi una notte attaccarono il villaggio, ne presero il controllo e lo distrussero. Questa è la loro Naqba, la catastrofe.
I rifugiati costruirono le loro case sulle terre del villaggio che erano rimaste nella West Bank secondo la legge gordana. Mahmoud Abed Al Iyisha si ricorda di quando viveva nel suo villaggio all'età di 17 anni e racconta che ad Al-Wallajeh, eravano tutti coltivatori, passavano la loro vita sulla terra ed era una bella vita. Tutta la terra era piantata con uva, pesche e mele. Nessuno nel villaggio aveva mai avuto paura o qualcosa di simile. Oggi nessuno di loro si fida ad uscire per paura dei soldati.
Israele ha continuato ad occupare il resto di Al Wallajeh e della West Bank nel 1967. Al Wallajeh è stata annessa ad Israele ed a Gerusalemme, senza la sua popolazione, così, gli abitanti sono considerati come residenti della West Bank. Da allora tutti loro sono costretti ad ottenere i permessi di costruzione da Israele che raramente li da. Le costruzioni sviluppate dopo il 1967 senza quelle autorizzazioni sono quindi soggette alle procedure israeliane di demolizione. Le terre ed i campi di olivo di Al Wallajeh ora sono stati annessi alle colonie israeliane circondanti di Gilo ed Har Gilo.
Nel 2002 le autorità israeliane hanno annunciato il progetto di costruire il muro di separazione attraverso il villaggio di Al Wallajeh. Mahmoud Al-A'raj, un attivista di 25 anni di Al Wallajeh spiega che oltre agli insediamenti che circondano il villaggio da tutti i lati, c’è il muro di segregazione, e le demolizioni delle case. Dal 1975 ad oggi gli israeliani hanno demolito 50 abitazioni nel villaggio di Al Wallajeh ed ora un quartiere intero è a rischio demolizione. In tutto questo inoltre la percentuale di disoccupazione raggiunge il 75%, e le politiche israeliane si stanno evolvendo per rendere questo dato ancora più alto, in linea con la strategia di ccupazione cominciata 60 anni fa.
Nel mese di novembre del 1947, la terra Palestinese era abitata da 1.3 milione Palestinesi arabi e circa 600.000 ebrei europei di nuova immigrazione. Per la fine della guerra nel 1948, l'esercito israeliano aveva costretto oltre 750.000 Palestinesi a lasciare la loro terra. I rifugiati palestinesi sono oggi 7.5 milioni di persone e formano la popolazione diprofughi più anziana e più grande del mondo.
Conclusione
E quello è giusto alcune delle notizie questa settimana nel Palestine. Fino agli aggiornamenti minuscoli, verific il nostro Web site, www.IMEMC.org. Ringraziamenti per unirli da Bethlehem occupato; questo Al Zir di Fou'ad.