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http://portland.indymedia.org/media/media/2007/03/35501…0.mp3Questa settimana in Palestina, un servizio dell’ International Middle East Media Center, www.imemc.org, per la settimana dal 24 febbraio al 2 marzo 2007

Il governo israeliano ha approvato la costruzione di 1500 nuove case per coloni mentre l’esercito ha invaso la città di Nablus, uccidendo un uomo e ferendone molti altri. Nel frattempo i leader palestinesi continuano nel loro sforzo di porre fine all’embargo economico e formare un governo di unità. I Palestinesi continuano a difendere la loro terra dall’espropriazione per la costruzione del muro e l’ampliamento degli insediamenti tramite la disobbedienza civile.

Continua la resistenza pacifica contro il muro e l’espansione degli insediamenti nella West Bank
Cominciamo il nostro report settimanale con le azioni di disobbedianza civile pacifica contro la costruzione del muro e gli insediamenti, e altre notizie dalla West Bank.

Bel’in
Nella consueta dimostrazione di Bil’in, vicino alla città di Ramallah nel nord della West Bank, il bilancio di questo venerdì è di due ragazzi feriti con proiettili di gomma lanciati da distanza ravvicinata, uno colpito alla gamba e l’altro alla schiena. Entrambi sono stati ricoverati, insieme con altri due adulti feriti anch’essi a distanza ravvicinata da proiettili di gomma. Secondo testimoni oculari uno dei ragazzi aveva avuto una discussione con uno dei soldati; al termine del diverbio, mentre il ragazzo si stava allontanando, il soldato gli ha sparato alle spalle ferendolo ad una gamba.

Dopo la preghiera di mezzogiorno, il Fronte Democratico di Liberazione della Palestina (FDLP) ha organizzato una festa per festeggiare il suo 38esimo anniversario, con musica e discorsi, durato circa un’ora. Tra gli oratori c’erano Walid Assas, membro del parlamento palestinese, e Amna Arrimawi, capo del comitato del FDLP contro il muro, insieme con Sayed Abu Saleh del Fronte di liberazione della Palestina.

Una lunga coda di circa 600 persone ha poi marciato verso il cancello che sorge sulla barriera che delimita il passaggio del muro, dove i manifestanti sono stati bloccati dai soldati. Li la folla ha cominciato ad intonare slogan contro l’occupazione ed alcuni manifestanti sono saliti sul cancello. Ai soliti e sporadici lanci di pietre da parte di alcuni ragazzi del villaggio i soldati hanno risposto con massicci lanci di gas lacrimogeni, bombe sonore e proiettili contro i presenti.

Hassan un volontario svedese racconta come uno dei ragazzini è stato ferito:

Così come i quattro manifestanti feriti da proiettili di gomma , altre 10 persone risultano ferite.

Um Salamoneh
Venerdì, nel villaggio di Um salamoneh, vicino alla città di Betlemme, nel sud della West Bank, ha avuto luogo quella che sta diventando una consueta manifestazione contro la costruzione del muro.

Questo venerdì agli abitanti del villaggio si sono aggiunti parecchi internazionali ed attivisti israeliani. Insieme hanno pregato sulla terra dove l’autorità israeliana vuole costruire il muro, ed hanno poi raggiunto una vicina strada riservata solo ai coloni che hanno bloccato per alcuni minuti. I soldati sono subito arrivati e sono scoppiati diverbi tra le due parti, ma non ci sono sati feriti o scontri di portata rilevante. I dimostranti sono poi tornati verso il villaggio.

I bulldozer israeliani hanno cominciato il loro lavoro sulla terra confiscata martedì, e subito contadini del villaggio ed attivisti internazionali ed israeliani sono arrivati sul luogo per protestare L’esercito ha ferito diversi locali ed ha arrestato un giovane del villaggio che però è stato rilasciato poco dopo.

Mercoledì, due palestinesi, cinque internazionali e sei attivisti israeliani sono saliti sui buldozer mentre questi stavano lavorando per impedirgli di distruggere i campi. Due internazionali e quattro isreliani sono stati arrestati e portati nella prigione di Gush Etzion. Tutti sono stati rilasciati dopo poche ore a condizione di non recarsi più nel luogo della dimostrazione per i prossimi 15 giorni.

Il muro sta chiudendo diversi villaggi nel sud della città di Betlemme, specialmente i villaggi di Um Salamoneh, Wad Rahal, Al Masara e Wad Al Niss, che in totale perderanno circa 70.000 vigne e 1000 alberi di ulivo.

Attacchi dell’Esercito Isreliano

West Bank
Durante lo scorsa settimana l’esercito israeliano ha effettuato circa 43 incursioni nei territori occupati della West Bank, ed ha effettuato una operazione militare su larga scala nella città di Nablus.

Durante questi attacchi sono stati uccisi quattro palestinesi e ne sono stai arrestati circa 200, tra i quali 6 bambini ed un membro del parlamento Hatem Qafisha. Il numero dei palestinesi arrestati nella West Bank dall’inizio dell’anno ha raggiunto così il numero di 564.

Mercoledi mattina tre palestinesi sono stati uccisi da militari sotto copertura nel campo profughi della città di Jenin, nel nord della West Bank. L’unità militare sotto copertura a bordo di una macchina civile con targa palestinese è entrata nel campo profughi ed ha ucciso Ashraf Al-Saadi di anni 25, leader della Brigate di Al-Quds, il braccio armato della Jihad islamica.

Al-Sadi, che era ricercato dalla autorità israeliana da due anni, è stato ucciso insieme Mohammad Abu Na’feh e Ala’ Breikeh, anch’essi appartenenti al movimento della Jihad Islamica.Un soldato israeliano ed una ragazza palestinese di 12 anni che passava per caso sono stati feriti negli scontri. Amal Adeil, un testimone oculare del campo profughi, racconta così lì’attacco:

Domenica mattina una massiccia forza militare composta da elicotteri, carriarmati, buldozer e jeep militari è entrata nella città di Nablus ed ha cominciato quella che gli israeliani hanno chiamato Operazione: Hot Winter. L’offensiva è continuata per tutta la settimana.

L ‘operazione militare ha causato un morto, circa 36 feriti, tra i quali tre bambini, e 160 persone arrestate. L’esercito ha trasformato due scuole in campi di detenzione provvisori ed ha occupato tutte le stazioni televisive e stazioni radio. Inoltre l’esercito ha impedito il movimento di qualsiasi autovettura e personale medico ed ha imposto un coprifuoco totale, confinando tutte le famiglie della città nelle loro case. Anna Baltzer, una volontaria americana del centro medico di Nablus racconta:

Giovedi l’esercito ha lasciato la città anche se non ha dichiarato conclusa l’operazione ed è infatti nuovamente rientrato venerdì mattina.

Le fonti militari israeliane hanno dichiarato che l’operazione aveva come scopo quello di arrestare membri della resistenza armata palestinese, anche se testimoni oculari affermano che tra gli arrestati c’è una donna incinta e che nessuna dell persone attualmente sotto detenzione è un combattente.

Domani il canale satellitare Al Jazera ha mostrato un video dei militari israeliani che usano civili palestinesi come scudo umano durante le perquisizioni casa per casa. Questo tipo di azioni non sono solo delle violazioni di regole di diritto internazionale ma anche di leggi stesse della Corte Suprema Israeliana che nel 2005 ha dichiarato illegale l’uso di civili come scudo umano durante le operazioni militari.

La Striscia di Gaza

Nel sud della Striscia di Gaza, martedì mattina fonti palestinesi riferiscono che una nave da Guerra israeliana ha aperto il fuoco contro alcune barche di pescatori e civili sulla spiaggia di Tal Al Sultan, sulla costa della città di Rafah. Le fonti riferiscono che non ci sono feriti ma risultano Danni seri alle barche colpite. Lo stesso giorno, in un altro incidente l’esercito israeliano ha aperto il fuoco, nella città di Rafa, contro contadini palestinesi che stavano lavorando sulla propria terra; i contadini sono riusciti a fuggire e non risultano comunque esserci feriti.

Attacchi della Resistenza
Gruppi di resistenza palestinese nella Striscia di Gaza hanno lanciato cinque ordigni artigianali contro obiettivi israeliani, nel sud di Israele giovedi mattina.

L’attacco era diretto esattamente alla città israeliana di Ashkilon, a nord della Striscia, e alla città di Be’eri, e est della Strsicia, nel nord del Negev.

Le Brigate di Al Quds, il braccio armato della Jihad Islamica, hanno rivendicato la responsabilità dell’attacco, dichiarando che si tratta di una risposta all’omicidio di tre membri del movimento avvenuto a Jenin mercoledi da parte dell’esercito israeliano.

Fonti d’informazione palestinese riferiscono che gli ordigni sono comunque caduti in spazi aperti e non hanno causato alcun ferito anche se hanno fatto dei Danni considerevoli.

Un colono israeliano è stato lievemente ferito da colpi di arma da fuoco nel nord della West Bank giovedi a mezzogiorno.

L’attacco ha avuto luogo vicino al checkpoint israeliano a noed della città di Qalqilia;i media israeliani riferiscono che l’uomo ha subito delle ferite alla testa e al petto. L’esercito israeliano ha effettuato una incursione nella città poco dopo effettuando perquisizioni in varie case ma non si registrano arresti.

Continuano i lavori a Gerusalemme
Continuano i lavori vicino alla moschea di Al Aqsa, a Gerusalemme est, e i Palestinesi continuano le loro proteste. Infatti essi sono convinti che i lavori mirino a minare le fondamenta della moschea e ad eliminare ogni tratto islamico dalla zona.

L’autorità israeliana continua però ad impedire qualsiasi forma di protesta contro gli scavi. Sono state arrestate circa 70 persone durante questa settimana e molte altre sono state allontanate con la forza.

Mercoledì la polizia israeliana è entrata in un hotel a Gerusalemme est dove stava avendo luogo una conferenza organizzata da personalità musulmane e cristiane che si oppongono agli scavi ed ha costretto a cancellare l’evento.

Il pretesto per la cancellazione della conferenza è stato quello che sarebbe stata organizzata dal partito appena eletto di Hamas.

Quest’ultimo però ha negato di avere qualsisi tipo di relazione con l’organizzazione dell’evento.

Il supervisore agli scavi isrealiano ha dichiarato che si tratta solo di lavori di restauro, ma il fatto che il luogo rivesta una particolare importanza per la religione ebraica, essendo proprio e ridosso del muro del pianto, insinua il sospetto che i lavori abbiano in realtà un altro scopo.

Domenica, a Gerusalemme, una donna palestinese è deceduta a causa di ferite gravi. Yosra Ahmad Al Rajabi, di anni 60, del sobborgo di Beit Hanina, è stato picchiata da soldati e poliziotti israeliani mentre cercava di impedire l’arresto di un giovane palestinese che stava dimostrando contro gli scavi vicino alla moschea di Al Aqsa.

Israele autorizza 1500 nuovi appartamenti per coloni
L’autorità isreliana ha approvato quello che è stato descritto come il più ampio insediamento illegale mai costruito sulla terra dei cittadini palestinesi del villaggio di Bil’in, vicino alla città di Ramalla.

Il progetto è stato approvato da Consiglio Supremo per la Pianificazione degli Insediamenti nella West Bank, Questo prevede la costruzione di 42 unità abitative per un totale di 1500 nuovi appartamenti per i coloni iarelaiani. Alcune di queste abitazioni sono già in costruzione a Matityahu est, un sobborgo della colonia di Modi’in, a est del villaggio di Bil’in.

Il movimento isreliano ‘Peace Now’ ha presentato una petizione alla Corte Suprema Israeliana contro la costruzione illegale. Lo scorso hanno la Corte aveva fermato alcuni lavori nella stessa zona a seguito di una petizione presentata dalla stessa associazione e dagli abitanti del villaggio di Bil’in.

Secondo fonti interne ai coloni, Israele, starebbe preparando la costruzione di altre 11.000 unità abitative vicino al checkpoint di Qalandia, a nord di Gerusalemme. Il governo avrebbe in programma la costruzione di un tunnel sotto il villaggio palestinese di Kufur Aqib per collegare il nuovo insediamento con il blocco delle colonie ad est della città. Il piano, recepito positivamente dalla municipalità di Gerusalemme, non sarebbe ancora stato approvato ufficialmente però.

Questo sabato mattina buldozer militari israeliani hanno cominciato a sradicare alberi di ulivo nelle terre del villaggio di Burin a sud della città di Nablus. Il proprietario del campo in questione, Qassem Al Najar, ha dichiarato che tale operazione viene effettuata per la costruzione di una strada riservata ai coloni che colleghi il vicino insediamento di Brikha nella West Bank, con il territorio israeliano.

Scontri Interni
Fonti mediche palestinesi nella Striscia di Gaza riferiscono che venerdi notte un cittadino palestinese è stato ucciso da un uomo armato e un altro è stato ferito in un altro attacco. Gli incidenti sembrano essere riconducibili a faide interne ad alcune famiglie nella città di Khan Younis, a sud della Striscia. L’uomo deceduto è stato identificato come Mohammad Ali Al Ghalban, di anni 27. L’uomo è stato colpiro da svariati proiettili ed è arrivato già morto all’ospedale della città.

Cinque residenti della città di Khan Younis nel sud della Striscia di Gaza sono stati uccisi sabato ed altri 15 sono stati feriti sembre durante scontri interni tra famiglie rivali.

Gli scontri sono scoppiati tra le famiglie Kawarah e Al-Ghalban quando Mohammad Al Ghalban, un militante di Hamas di 28 anni, è stato ucciso da raffiche di proiettili fuori dalla sua casa. Un ragazzo di 22 anni, Hazem Karouah, appartenente ad una famiglia affiliata al movimento di Fatah, è stato ucciso alcune ore dopo, così come Ismail Sabah, un uomo di 75 anni che si è trovato nel mezzo della sparatoria. Le forze di sicurezza palestinesi hanno contattato entrambe le famiglie nel tentativo di porre fine agli scontri.

Più tardi lo stesso giorno un membro delle forze esecutive di Hamas è stato ferito da colpi di arma da fuoco nella città di Khan Younis. Fonti palestinesi riferiscono che Hassan Shorab, di anni 23 è stato ferito ad una gamba e trasportato all’ospedale di Nasser nel centro della città.

Sabato mattina presto uomini armati a volto coperto hanno attaccato la casa del Colonnelo Suleiman Khader, comandante del secondo battaglione delle forze di sicurezza dell’AP. Un gruppo di uomini ha aperto il fuoco sulla casa dell’ufficiale nella zona residenziale di Zahra nel sud della Striscia di gaza. La porta dell’abitazione è stata completamente distrutta e alcuni oggetti all’interno della casa hanno preso fuoco.

Alcuni uomini della sicurezza palestinese hanno ingaggiato uno scontro a fuoco con gli assalitori, ma non si registrano feriti.

Circa 130 persone sono motre durante gli scontri tra Hamas e Fatah negli ultimi tre mesi, prima dell’accordo bilaterale sulla formazione di un governo congiunto.

Continuano gli sforzi politici dell’AP
I leader palestinesi continuano nei loro sforzi per mettere fine all’embargo economico e politico imposto dalla comunità internazionale in tutta la West Bank e nella Striscia di Gaza da più di un anno ormai. Le autorità stanno cercando di promuovere l’accordo firmato alla Mecca da Fatah e Hamas lo scorso mese. L’accordo getta le basi per la formazione del governo di unità ed è stato accettato da quasi tutte le fazioni politiche palestinesi.

Il presidente dell’AP Mahmoud Abbas recentemente è rientrato nei territori dopo un giro in vari stati del mondo per promuovere appunto l’accordo. Il presidente palestinese ha anche affermato di voler continuare il dialogo con Israele, nonstante quest’ultima abbia dichiarato che non negozierà con Abbas se questi deciderà di attuare gli accordi della Mecca.

Fonti israeliane e palestinesi sostengono che Abbass incontrerà il primo Ministro israeliano Ehud Olmert nelle prossime due settimane per rianalizzare gli impegni diplomatici.

Il Quartetto internazionale composto dalle Nazioni Unite, gli Stati uniti, l’Unione Europea e Russia ha ribadito che le sanzioni economiche su Gaza e la West Bank continueranno fino a quando il governo palestinese non riconoscerà Israele, rinuncerà alla violenza, e accetterà tutti i trattati firmati in precedenza col governo israeliano.

Dopo il meeting con il presidente francese Jaques Chirac, il presidente Abbas ha dichiarato di voler rispondere positivamente alle richieste del Quartetto. Invece, il governo uscente di Hamas ha annunciato che rispetterà gli accordi siglati in precedenza ma continuerà a mantenere delle riserve rispetto alle altre richieste.

Nel frattempo, Khaled Masha’al, uno dei leader di Hamas in esilio, ha terminato il suo tour internazionale. Durante una conferenza stampa tenutasi al Cairo, ha dichiarato che le attuali circostanze costituiscono un’opportunità storica per ristabilire la pace nei territori. Egli ha inoltre ricordato la disponibilità di Hamas di raggiungere una soluzione che prevede due stati ed uno stato Palestinese che abbia come confini quelli precedenti alla guerra del ’67, come sanciscono le risoluzioni numero 242 e 338 dell’ONU.

Masha’l si dice sicuro della indiscutibile legittimità del futuro governo palestinese che rappresenterà la maggior parte delle fazioni politiche in Palestina. Egli, durante la sua visita in Russia, ha dichiarato che Hamas avrebbe cessato le ostilità contro Israele, ed il lancio di missili artigianali, conosciuti come missili Qassam, nei territori israeliani.

Tuttavia, ha ribadito la posizione di rifiuto di Hamas, rispetto al riconoscimento di Israele che resterà tale finche gli israeliani non si ritireranno completamente e definitivamente dai territori palestinesi

Il governo di unità nazionale è ancora in formazione. Si prevede l’annuncio del futuro esecutivo per la prossima settimana.

Il primo ministro designato, Ismael Haniye, ha confermato questo venerdì che le consultazioni per formare il gabinetto dei ministri sono terminate, e sia Hamas che Fatah sono stati chiamati a sottoporre i nomi dei propri candidati.

Alla fine, almeno sei partiti palestinesi parteciperanno al governo. I due gruppi principali, Hamas e Fatah, avranno la fetta più grossa, mentre i partiti di sinistra avranno un ministero ciascuno.

Parla , il dr. Ghazi Hamad, Portavoce del governo:

Gli ufficiali russi hanno espresso il loro supporto al governo di unità nazionale palestinese ma pur sempre nel rispetto delle richieste del Quartetto. Il commissario per le relazioni con l’estero dell’Unione Europea Benita Ferrero-Waldner, ha affermato che l’Europa ha aumenterà gli aiuti ai Palestinesi attraverso il meccanismo internazionale temporaneo per gli aiuti. Secondo alcuni analisti politici palestinesi, l’estensione del MIT è un passo avanti importante verso la fine dell’embargo.

Mentre il quartetto mantiene la sua idea sull’embargo nei confronti del governo palestinese il commissario delle Nazioni Unite per i Profughi, Karen Bu Zayd ha assunto un’altra posizione. Durante un discorso tenuto a New York this Week, Abu Zayd ha chiesto alla comunità internazionale di comprendere lo sforzo delle fazioni palestinesi di costituire un nuovo governo e di accettare dei compromessi per garantire l’unità nazionale. Essa ha inoltre esortato ad interrompere immediatamente il boicottaggio economico che i territori stanno subendo dal febbraio scorso.

Aggiornamenti sulla Crisi finanziaria
La crisi economica in Palestina continua. L’Autorità palestinese aveva promesso il pagamento degli stipendi di gennaio ed il 10% degli arretrati del 2006 spettanti ai dipendenti pubblici.

Hani Salama, responsabile dell’Unione Nazionale del personale Ospedaliero a Betlemme, tuttavia sostiene che non è stato eseguito nessun pagamento.

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Il governo palestinese non e’ stato in grado di pagare il salario di circa 165,000 impiegati dal marzo del 2006 come risultato dell’embargo economico imposto dalla comunita’ internazionale e dagli USA a seguito delle elezioni che hanno portato al potere Hamas.

500 milioni di dollari di tasse doganali spettanti all’Autorità Palestinese sono in questo momento in mano ad Israele per via dell’embargo. Se questa cifra venisse corrisposta, sarebbe possibile riuscire a pagare i salari dei dipendenti pubblici.

Conclusioni
Queste sono solo alcuni degli avvenimenti di questa settimana in Palestina. Per aggiornamenti costanti visitate il nostro sito www.imemc.org. Grazie per averci seguito dalla citta` occupata di Betlemme, questo e` tutto da Anna Rossi, Monica Bitto e Ghassan Bannoura.