Click on Link to download or play MP3 file ||Time 18m29s||Questa settimana in Palestina un servizio dell’ International Middle East Media Center, www.IMEMC.org, per la settimana dal 19 al 25 maggio 2007.

La resistenza non violenta contro il muro e gli insediamenti nella West Bank continua, mentre Israele continua la sua offensiva contro la Striscia di Gaza e i palestinesi chiedono l’intervento della comunità internazionale. VI racconteremo queste ed altre storie, rimanete con noi.

Resistenza Non Violenta in Palestina

Cominciamo il nostro report settimanale con le azioni di resistenza non violenta in Palestina, a Betlemme e Ramalla, contro il muro e gli insediamenti.

Artas
Circa duecento palestinesi accompagnati da attivisti internazionali ed israeliani hanno marciato venerdì dopo la consueta preghiera verso le terre confiscate del villagio di Artas a sud della città di Betlemme. Un altro gruppo di attivisti li ha raggiunti più tardi dopo aver partecipato ad una partita di calcio organizzata sul percorso del muro nella zona di Wadi Neiss.

I residenti del villaggio di Artas hanno chiesto di svolgere questa manifestazione per chiedere ai soldati di fermarsi dal distruggere i loro campi e sradicare gli alberi, ma le truppe presenti sul posto hanno impedito ai dimostranti di raggiungere i campi e li hanno spinti letteralmente via dalla zona.

Alcuni tentativi di accedere comunque alle terre oltre la linea di separazione creata dai soldati stessi sono falliti nel momento in cui sul posto sono arrivati I rinforzi militari. L’esercito ha arrestato un attivista internazionale presente sul posto e si è rifiutato di rilasciarlo anche dopo che i dimostranti hanno assicurato che avrebbero terminato la protesta se i militari avessero rilasciato il ragazzo.

Samer Jaber, un attivista palestinese della campagna Stop the Bleeding of Bethlehem ha affermato che ci sarannpo molte altre manifestazioni non violente in diversi villaggi intorno a Betlemme e che la manifestazione di venerdì non era certo l’ultima.

Lo scorso sabato I bulldozer israeliani hanno cominciato a distruggere I campi sradicando gli alberi, in modo da preparare il terreno per la costruzione di un sistema fognario che servirà per l’insediamento di Efrat, che secondo gli abitanti del villagio avrà anche ripercussioni negative sui campi palestinesi vicini.

L’insediamento stesso è stato costruito sui campi di Artas, Al-Khader e dei villaggi vicini. Questo insediamento fa parte del blocco chiamato Gush Etzion, sul quale Israele pianifica di continuare a detenere il controllo nonostante sia tutto interamente costruito sulle terre della West Bank, dentro la linea verde di separazione.

I residenti del villaggio insieme con attivisti internazionali ed israeliani avevano installato un accampamento di tende sulle terre soggette a confisca fino a quando non sono arrivati I soldati domenica mattina ed hanno distrutto l’accampamento ed arrestato diversi attivisti israeliani.
Nel pomeriggio ha avuto luogo una conferenza stampa con il Ministro dell’informazione Mustafa Barghouthi, che ha sottolineato l’importanza della lotta non violenta di resistenza contro il muro e gli insediamenti.

Per seguire la conferenza stampa I media locali e stranieri hanno abbandonato il posto, dove poco dopo I soldati hanno assalito I contadini che avevano ripiantato gli alberi sradicati la mattina stessa.
Oltre ai dimostarnti anche il ministro dell’Informazione Barghouthi è stato spintonato e picchiato dai militari.

Lunedi pomeriggio le guardie di sicurezza private israeliane hanno poi sparato contro diversi giornalisti che si trovavano sul posto per seguire una manifestazione non violenta di protesta. Le guadie hanno aperto il fuoco contro Nael Shyukhi, reporter e cameramen della agenzia Reurters’, e contro il nostro corrispondente Ghassan Bannoura.

Le truppe sono poi entrate nel villaggio ed hanno arrestato tre residenti. I tre sono stati rilasciati quattro giorni dopo e sono ancora in attesa di essere ascoltati dalla corte, per rispondere dell’accusa di aver lanciato sassi contro i buldozer, accusa che i tre hanno rigettato fermamente. Adham,uno dei tre arrestati ha dichiarato ai nostri microfoni di essere stato malmenato brutalmente dai soldati dopo essere stato portato nell’insediamento di Gush Etzion.

Bilin
Nella consueta dimostrazione del venerdi nel villaggio di Bil’in, vicino alla città di Ramalla, attivisti internazionali ed israeliani, insieme con gli abitanti del villaggio hanno marciato per protestare pacificamente contro la costruzione del muro sulle terre del loro villaggio. I dimostranti portavano striscioni di condanna contro la costruzione del muro, ribadendo la sua illegalità sia dal punto di vista del diritto internazionale che secondo il parere della Corte di Giustizia Internazionale.

Il corteo della manifestazione è arrivato alla bariera di filo spinato costruita dai soldati che hanno intimato con il megafono ai dimostranti di non avvicinarsi. Dopo di che le truppe hanno cominciato a sparare proiettili di gomma, gas lacrimogeni e bombe sonore. I gas lacrimogeni hanno causato un incendio nei campi vicini coltivati con alberi di Ulivo.

Sei persone sono state ferite, incluso un giornalista che è stato colpito con un proiettile di gomma alla testa, mentre diverse altre persone hanno avuto malori a causa delle inalazioni di gas. I soldati hanno anche assalito alcuni giornalisti nel tentativo di portargli via le macchine fotografiche o le telecamere. Mohammad Al-Khateeb, coordinatore del comitato popolare di resistenza contro I muro e gli insediamenti, ed un giornalista israeliano sono stati arrestati.

I Palestinesi chiedono l’intervento di osservatori internazionali

Gli attacchi dell’esercito israeliano nella Striscia di Gaza sono aumentati notevolmente nell’ultima settimana con un bilancio di 38 morti tra i quali 7 bambini..

Israele ha dichiararo che i suoi attacchi sono serviti per distruggere diverse postazioni di Hamas e dei suoi affiliati a Gaza, e che queste operazioni sono una risposta al lancio di missili Qassam contro obiettivi israeliani da parte delle fazioni armate palestinesi.

L’osservatore permanente delle Nazioni Unite, Riyad Mansour, ha chiesto giovedi di mandare degli osservatori internazionali nella Striscia di Gaza, per cercare di fermare I raid aerie israeliani effettuati sotto il pretesto dell’azione difensiva contro il lancio di missili artigianali.

“Una volta che ci saranno qui gli osservatori si potrà effettivamente verificare chi infranage il coprifuoco” ha affermato Mansour, riferendosi alle accuse che Israele ha lanciato contro i gruppi di resistenza palestinese di aver infranto il coprifuoco accordato lo scorso novembre. Nel frattempo il presidente dell’ Autorità Palestinese Mahmoud Abbas, ha espresso il suo disaccordo con il lancio di missili contro obiettivi israeliani che ha definito assurdo.

L’affermazione del presidente è avvenuta durante una conferenza stampa congiunta con il responsabile della politica estera dell’UE, Javier Solana che ha vuto luogo a Gaza. Solana ha espresso la sua solidarietà con la popolazione di Gaza, anche se non ha espresso nessuna posizione ufficiale contro gli attacchi israeliani. Abbas ha anche incontrato I rappresentanti dei diversi gruppi armati di resistenza per discutere di un possibile accordo di cessate il fuoco con Israele. I gruppi hanno affermato che accetteranno un cessate il fuoco del genere solo se questo verrà esteso a tutta la West Bank.

Israele ieri ha quindi risposto arrestando nella West Bank ben 33 persone legate la movimento di Hamas, compreso il ministro della educazione Naser Eldin Alsha’er. L’Autorità Palestinese ha chiesto alla comunità internazionale di imporre sanzioni contro Israele per queste azioni in palese violazione delle regole di diritto internazionale, domandando ad Israele cosa si aspetta di ottenere colpendo Hamas sia nella Striscia di Gaza che nella West Bank.

Sergio Yhani, un attivista e analista politico israeliano ha parlato ai nostri microfoni:

< intervista>

Il portavoce di Fatah Abdelhakim ha negato dall’altro lato qualsiasi appoggio degli Stati Uniti al presidente Abbas:

Nel frattempo l’AP ha proposto ad Israele un accordo di cessate il fuoco per fermare I continui attacchi contro la Striscia di Gaza e I lanci di missili verso Israele. In tutta risposta l’aviazioni israeliana ha continuato tutto lunedi ad effettuare attachi mirati contro esponenti di Hamas nella Striscia, suggerendo l’idea che nessuno degli appartenenti al movimento, inclusi Khaled Mash’al o il Primo Ministro Haniyeh, siano immuni alla possibilità di essere presi come obiettivo.

Il ministro dell’informazione palestinese e portavoce del governo di unità nazionale, Mustafa Barghouthi, ha dichiarato che I continui attacchi di Israele e il suo rifiuto dell’accordo di cessate il fuoco sono una chiara dimostrazione di come Israele non sia intenzionata e porre fine a questa situazione. Il re di Giordania Abdullah, che ha ospitato nel suo paese il World Economic Forum all’inizio di questa settimana, ha dichiarato che azioni come quelle di Israele minano gli sforzi per una pace concreta. Washington ha invitato ad entrambe le parti alla moderazione, sostenendo che Israele ha diritto alla autodifesa. Nel frattempo Hamas ha rifiutato di partecipare al forum degli stati arabi, sostenedo che si tratta di un tentativo di normalizzare i rapporti con lo “Stato Ebraico”.

Israele ha recentemnte rifiutato la proposta di pace degli Stati arabi a causa, tra gli altri, del controverso problema del diritto dei profughi al ritorno. Israele si rifiuta infatti di riconoscere il diritto dei profughi palestinesi di tornare nelle loro terre di origine, contenuto nella prima iniziativa di pace del 2002 e poi rinnovato nel marzo del 2007 nella conferenza della Lega Araba.
Mohammad Baraka, un membro arabo del parlamento israeliano, ha affermato che questa escalation di violenza ed attacchi israeliani nella Striscia di Gaza dimostrano che non c’è comunque nessun interesse di fondo a raggiungere un accordo per porre fine alla situazione.

Il quartetto internazionale per la pace in Medio Oriente, composto da USA, NU, UE e Russia, sta ancora chiedendo alle fazioni di Hamas e Fatah nella coalizione governativa di riconoscere lo Stato di Israele, rinunciare alla violenza e accettare gli accordi precedenti firmati con Israele. Dallo scroso marzo il quartetto sta imponendo un embargo economico alla Autorità Palestinese, mentre Israele sta trattenendo circa 850 milioni di dollari di tasse dovuti all’AP.

Attacchi Israeliani

Aggiornamenti dalla West Bank

Durante questa settimana, l’esercito israeliano ha fatto incursione in diversi villaggi della West Bank 45 volte, arrestando 57 civili palestinesi, e fra questi anche alcuni parlamentari.
Continua dunque a crescere il numero di palestinesi sequestrate quest’anno dall’esercito israeliano: si parla ormai di 1.221 persone.

Questo giovedì all’alba, l’esercito israeliano ha invaso alcune città e villaggi palestinesi. Durante l’operazione militare hanno sequestrato almeno trenta tra sindaci, parlamentati ed altri ufficiali di Hamas, ed inoltre anche alcuni simpatizzanti del partito. Nella città occupata di Nablus, le truppe israeliane hanno fatto irruzione nella casa del ministro della Pubblica Istruzione Palestinese, Nasser Ed-Deen Al Sha’er, e dopo aver perquisito l’abitazione l’hanno portato via presso un luogo di detenzione sconosciuto.
La moglie Huda, intervistata dall’IMEMC, ha raccontato quanto è avvenuto:

Inoltre, questa settimana, le forze militari israeliane hanno attaccato 5 fra stazioni radiofoniche e televisive nelle città di Nablus e Qalqilya ed hanno sequestrato diverse apparecchiature elettroniche.
L’esercito ha, inoltre, operato alcune perquisizioni negli uffici appartenenti al Concilio Legislativo Palestinese e nei locali di alcune ONG locali.
Durante l’incursione negli uffici delle radio e TV locali, i soldati hanno tra l’altro, interrotto forzatamente le trasmissioni.

Un ingente forza militare, composta da agenti, forze speciali, bulldozer, ed elicotteri ha invaso il villaggio beduini di Ater, nella regione del Neghev demolendo tre abitazioni. Il villaggio non è stato mai riconosciuto dalle autorità israeliane..
Le Black Panter, gruppo armato di resistenza legato a Fatah, ha attaccato, questo lunedì mattina un veicolo militare israeliano, nei pressi di Jenin, lanciando due razzi artigianali contro questo. A parte alcuni danni, non c’è stato alcun ferito.

La Striscia di Gaza

Settimana di sangue nella striscia di Gaza, dove l’esercito israeliano ha ucciso 32 palestinesi, fra i quali anche 17 civili e 7 bambini. In questa cifra è compreso anche l’omicidio di sette membri della stessa famiglia.

Mercoledì pomeriggio, l’esercito israeliano ha cominciato un’offensiva su larga scala, nella parte nord della striscia di Gaza, ed inoltre ha occupato diverse abitazioni per scopi militari. L’offensiva consiste in una serie di attacchi aerei verso obiettivi principalmente civili, fra i quali anche uffici, sedi di gruppi di resistenza e veicoli civili che potenzialmente possono trasportare membri della resistenza palestinese.

Poco dopo, il governo israeliano ha dichiarato che porterà avanti azioni extra-giudiziarie nei confronti di alcuni membri di Hamas e della Jihad Islamica. A poche ore da questa dichiarazione, Israele ha bombardato un edificio appartenente alla famiglia Al Haya nel quartiere di al-Shoiaeya, situato vicino all’abitazione del Dr. Khalil Al Haya, membro Hamas e parlamentare di Hamas.
Nell’attacco sono rimasti uccisi 10 civili e molti altri feriti.

Durante la settimana, l’esercito israeliano ha lanciato 46 missili verso la striscia di Gaza. Oltre alle vittime causate durante gli attacchi sono stati danneggiati 10 edifici pubblici, una case e molti siti paramilitari appartenenti ad Hamas. Infine l’edificio delle Forze esecutive di sicurezza ed il Ministero degli interni sono stati totalmente distrutti.

L’esercito israeliano, sostiene che gli attacchi nella striscia di Gaza siano mirati a sconfiggere i miliziani palestinesi che stanno lanciando missili artigianali verso le città israeliane confinanti.
Nel tentativo di fermare il crescente clima di conflitto, il presidente Mahmoud Abbass ha chiesto ai membri della resistenza armata di ristabilire il cessate il fuoco con Israele.

I guerriglieri, hanno risposto, che una tregua sarà possibile solo quando Israele interromperà le operazioni militari che porta avanti da anni a Gaza e nella West Bank.

Yihyia Mussa, vice presidente del blocco parlamentare di Hamas, ha affermato che fino a quando Israele continuerà ad attaccare Hamas, le alter fazioni continueranno la resistenza:

L’esercito israeliano ha dimostrato chiaramente la sua mancanza di rispetto riguardo alle vite dei Civili palestinesti, bombardando zone molto popolate durante la caccia ai membri della resistenza. Dall’inizio di questa offensiva militare, i morti sono stati 38 ed i feriti almeno 120.

Scontri Civili

Il presidente, Mahmoud Abbass ed il primo ministro palestinese, Ismail Haniye sono giunti ad un accordo, questo mercoledì, per la creazione di una forza di polizia congiuta, delegata a far rispettare il Cessate il fuoco tra fazioni nemiche nella striscia di Gaza. Due le vittime, questa settimana, a causa degli scontri civili.

Secondo quanto afferma il portavoce di Abbass, Nabil Abu Rodaina i due leader di Hamas e di Fatah hanno raggiunto quest’accordo durante il meeting di mercoledì scorso a Gaza ed inoltre hanno discusso sulle possibili soluzioni a questo conflitto intestino, che da metà maggio ha causato numerose vittime e soprattutto fra i civili.

Il portavoce presidenziale ha aggiunto che la forza di sicurezza congiunta, composta sia da membri di Hamas che di Fatah, sarà incaricata di applicare il nuovo piano di sicurezza, varato alcune settimane fa dall’ex ministro degli Interni, Hani Al Qawasmi, che si è dimesso a causa della mancanza di cooperazione tra le due fazioni nemiche.

Questo lunedì, fonti mediche palestinesi attestano, che nella striscia di Gaza ci sono stati due morti a causa di alcuni scontri civili tra uomini armati appartenenti alle fazioni di Hamas e di Fatah.

Sami Abed-Rabbo Abu Holy è morto questa domenica, per le ferite sostenute durante uno scontro a fuoco avvenuto nei pressi dell’edificio ministeriale. Moneer Taneera, membro delle forze esecutive di Hamas, invece, è stato ucciso da un membro di fatah, a Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza.

Uno dei membri anziani delle Brigate Al Qassam, il braccio armato di Hamas, è stato dichiarato morto lo scorso martedì. Anche quest’uomo è morto a causa degli scontri civili della settimana fa.
Mohamed Abu Al Khier, è stato ferito durante un funerale, quando le forze di sicurezza di Hamas hanno sparato verso la folla. Dall’inizio dell’anno, 150 sono state le vittime della guerriglia civile fra Hamas e Fatah, e 52 sono i morti causati dall’ondata di violenza dell’ultima settimana.

Conclusioni
Questi sono solo alcuni dei fatti avvenuti questa settimana in Palestina. Per aggiornamenti costanti, visitate il nostro sito: www.IMEMC.org . Grazie per averci seguito dalla città occupata di Betlemme. Avete ascoltato, Questa settimana in Palestina, un servizio dell’International Middle East Media Center, edito per voi da Anna Rossi, Monica Bitto e Ghassan Bannoura.