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http://portland.indymedia.org/media/media/2007/02/35395…6.mp3Questa settimana in Palestina, un servizio dell’ International Middle East Media Centre, www.imemc.org, per la settimana dal 2 al 9 di Febbraio 2007.

I due leader palestinesi di fatah e Hamas hanno siglato un accordo per la formazione di un Governo di Unità nazionale alla Mecca. Questo accordo rappresenta la speranza della fine dell’attuale stato di assedio nei territori palestinesi e la fine degli scontri interni.
Nel frattempo, lo stato di Israele, a causa degli scavi intrapresi vicino alla moschea di Al-Aqsa, deve affrontare sia le critiche dall’estero che la rabbia e le proteste dei Palestinesi. Vi racconteremo queste ed altre storie, rimanete sintonizzati.

Dimostrazioni pacifiche nella West Bank

Cominciamo il nostro consueto report settimanale parlando delle dimostrazioni pacifiche organizzate contro il muro di Annessione e anche degli altri fatti avvenuti in Cisgiordania.

Bil’in

Venerdì scorso, alcuni cittadini palestinesi, insieme ad attivisti Israeliani ed internazionali hanno marciato, durante la protesta settimanale, nel villaggio di Bil’in, vicino a Ramallah. Circa 300 manifestanti hanno marciato oggi, per protestare contro il progetto del governo israeliano di ‘Giudeizzare’ Gerusalemme, e ,dunque contro gli scavi controversi che Israele sta portando avanti vicino al ponte di Mugrabi, una delle entrate principali alla Moschea di Al Aqsa, nella città vecchia di Gerusalemme.

Come ogni settimana, gli attivisti hanno marciato in direzione del cancello del muro che separa il villaggio dalle terre; ad aspettarli c’era l’esercito israeliano e la polizia di frontiera. I dimostranti hanno tentato di varcare il cancello per raggiungere il terreno che un tempo apparteneva al villaggio. I soldati hanno risposto alla marcia lanciando lacrimogeni e proiettili di gomma, e respingendo la gente con bastoni o con il calcio del fucile.

Paul, attivista dell’International Solidarity Movement ha detto ai microfoni dell’IMEMC:

‘Le persone in corteo erano abbastanza allegra e tranquille, ma appena sono arrivate al muro i soldati hanno cercato di disperderle velocemente tirando bombe sonore e gas lacrimogeni. Molte persone sono scappate o sono tornate verso il villaggio, ma molti locali sono rimasti ed hanno organizzato un sit-in vicino al cancello. I soldati li hanno malmenati con violenza e gli hanno lanciato diverse bombe sonore.’

Due manifestanti, uno palestinese ed uno israeliano sono stati feriti dai proiettili di gomma mentre un bambino palestinese ha riportato alcune lesioni per essere stato picchiato da un soldato con un bastone. Un altro bambino è stato soccorso dopo aver inalato del gas lacrimogeno.

Huwwara checkpoin
Sabato scorso, di fronte al Checkpoint di Huwwara, vicino a Nablus, un fotografo palestinese, Khaled Jarrar ha improvvisato una mostra con foto riguardanti il Muro di separazione e la ‘vita quotidiana’ ai Checkpoints. Verso mezzogiorno, sono state appese quaranta fotografie lungo la galleria pedonale del posto di blocco israeliano.
Circa 100 fra israeliani ed internazionali hanno partecipato alla mostra, il secondo evento promosso dalla campagna ’30 giorno contro i checkpoint’ organizzata dal gruppo HASM ( Corpi palestinesi per la pace, il dialogo e l’ unità) a Nablus.

Dal 2002 circa, è possibile accedere a Nablus solo a piedi, attraversando uno dei sei checkpoint che circondano la città. Ma la difficoltà più grande sta nell’uscire. Gli uomini tra i 16 ed i 45 anni possono uscire infatti solo mediante un permesso che viene rilasciato fuori dalla città.

Durante la prima manifestazione, tenutasi il 14 gennaio. Alcuni giovani palestinesi si erano vestiti come nativi americani portando con se cartelloni che mostravano la somiglianza tra la sorte degli indiani d’america e i Palestinesi, ed alcuni messaggi rivolti al segretario di stato americano Condoleeza Rice.

Olive Planting in Bethlehem
Sabato scorso, alcune dozzine di volontari internazionali e israeliani si sono incontrati nel villaggio di Al Khader, vicino Betlemme, per piantare, insieme con i contadini palestinesi, più di 400 alberi di ulivo nei terreni palestinesi che rischiano la confisca da parte del governo israeliano.

L’evento è stato organizzato dalla Joint Advocacy Initiative, un ramo della YMCA/YWCA a Gerusalemme East, nell’ambito della campagna ‘Keep Hope Alive: Olive Tree Campaign’.

Durante la giornata, poco dopo che contadini e volontari avevano cominciato a lavorare nel terreno adiacente ad un insediamento israeliano illegale, sono arrivate tre jeep militari Le truppe hanno fatto pressione per interrompere i lavori mostrando un documento che dichiarava il terreno appartenente ai fattori palestinesi, ‘Zona Militare’. Per fermare la gente dal piantare gli alberi è stata usata anche la forza fisica. Alcuni partecipanti hanno sventato l’arresto di un giovane palestinese abbracciandolo letteralmente ed, evitando così che venisse portato via dai soldati. Nonostante le ostilità, però, la giornata ha avuto successo. Si prevede un’iniziativa simile per il tre di marzo.

Raggiunto l’accordo per il governo di unità nazionale

I partiti rivali di Hamas e Fatah hanno, dopo molte trattative, raggiunto un accordo sulla formazione di un Governo di unità nazionale, durante un incontro organizzato alla Mecca.

Secondo questo accordo, Hamas deterrà 9 dicasteri e la nomina del premier, mentre 6 ministeri saranno affidati a Fatah ed altri quattro distribuiti fra gli appartenenti alle altre fazioni.
Cinque i ministeri indipendenti nominati da Hamas e Fatah tra cui Esteri, Interni ed il ministero delle Finanze.

Il presidente Palestinese Mahmoud Abbas, il Primo Ministro Ismael Haniyeh ed il capo dell’ufficio politico Khaled Mashaal, sono arrivati alla Mecca mercoledì scorso, insieme ad altri rappresentanti politici. Il meeeting si è tenuto nonostante la disapprovazione del Primo Ministro Israeliano Ehud Olmert. Mashaal ha giudicato i commenti di Olmert un’interferenza nella politica interna palestinese.

Alla Mecca, sia Fatah che Hamas hanno dimostrato buona volontà e la speranza reciproca di formare un governo di unità nazionale. Diversi tentativi di attuare questa soluzione sono falliti negli ultimi anni per via delle differenze politiche tra le due fazioni e degli scontri interni che hanno causato la morte di 19 civili.

Durante la prima sessione dell’incontro, i due partiti hanno formato tre commissioni per discutere i problemi cruciali sui quali raggiungere un accordo. Fra questi la formazione del governo palestinese, la riforma ed il rinnovo del PLO, ed il numero di rappresentati per ogni fazione al parlamento durante questa legislatura.

Prima dell’arrivo alla Mecca, le due parti politiche avevano stabilito una tregua ed il ritiro di tutte le forze armate da Gaza. Inoltre avevano sciolto tutti i checkpoint interni e rilasciato tutte le persone sequestrate. Queste decisioni seguono i precedenti ma infruttuosi accordi precedenti, e giorni di scontri e guerriglia che hanno causato morti, feriti e danni alle infrastrutture.

.La demolizione di una antica struttura davanti ad Al-Aqsa da parte di Israele.

Questa settimana, i bulldozer israeliani hanno cominciato un progetto di costruzione, che durerà circa otto mesi, vicino alla moschea di Al Aqsa, uno dei luoghi santi principali per i musulmani. I lavori sono cominciati con la demolizione del ponte i Mugrabah, una delle principali entrate alla spianata della moschea di Al Aqsa. Questo piano ha acceso gli animi e le proteste del mondo musulmano. Le autorità israeliane sostengono di stare soltanto rimpiazzando la rampa secolare. Tuttavia alcuni leader locali musulmani credono invece che questo gesto faccia parte di un piano per indebolire la stabilità della struttura della moschea.

Gli scavi hanno avuto inizio appena due settimane dopo che il primo ministro Israeliano Ehud Olmert ha approvato la costruzione di una sinagoga per i coloni a circa quaranta metri dalla moschea e, secondo alcune indiscrezioni delle autorità israeliane, sembra che il ponte di Al- Mugrabi verrà demolito per costruire una strada riservata agli israeliani per la sinagoga.

Una folla di gente si è riunita attorno agli scavi per protestare contro la demolizione. Manifestazioni continue ed altri atti di protesta hanno avuto luogo per le strade delle città della West Bank e della Striscia di Gaza e molte altre se ne aspettano in questi giorni.

Venerdì scorso, sono scoppiati degli scontri tra i soldati israeliani e le centinaia di residenti ai quali era stato negato l’accesso alla città vecchia. L’esercito ha arrestato circa 17 manifestanti, tra i quali anche 8 donne. I soldati hanno anche sequestrato il capo del movimento islamico in Israele Shiekh Raed Salah,che è stato rilasciato dopo poche ore.

Olmert non ha ascoltato l’appello del ministro della Difesa Israeliano Amir Peretz di interrompere i lavori, e nemmeno le proteste formali provenienti da Giordania, Qatar, Iran e Francia.

Secondo le ultime notizie riguardanti Gerusalemme, migliaia di palestinesi, da diverse zone della West Bank e dei territori del 1948 si sono riuniti a Gerusalemme nel tentativo di raggiungere la moschea. Le truppe israeliane hanno blindato le entrate della città vecchia. In seguito sono scoppiati alcuni disordini tra residenti e soldati all’interno delle mura del quartiere arabo, nei quali sono rimasti feriti 10 palestinesi e molti altri, alcuni giovanissimi, arrestati.

Un ingente numero di militari ha presidiato la moschea di Al-aqsa lanciando proiettili di gomma e gas lacrimogeni verso la folla di fedeli riunitasi all’interno e nei pressi della moschea per la preghiera del venerdì. Il bilancio è di quindici i feriti e diciassette persone arrestate.

Sheikh Mohammad Hussein, dalla moschea di Al Aqsa Mosque, a Gerusalemme ha riferito che I soldati hanno attaccato i fedeli:

‘La situazione a Gerusalemme è molto difficile. Dopo la preghiera del venerdì le forze militari israeliane sono entrate nella piazza della moschea di Al-Aqsa, e hanno lanciato bombe sonore, gas lacrimogeni e proiettili rivestiti di gomma sulle persone che stavano uscendo dalla moschea. ‘

Proteste violente si sono avute in diverse parti della West Bank. Scontri sono scoppiati al valico di Qalandia, e nel vicino campo profughi dove i soldati hanno sparato sulla folla ferendo numerose persone. Nel campo profughi di Al Aroub nella città di Hebron invece scontri sono scoppiati tra i residenti del campo e l’esercito e si sono registrati numerosi feriti tra cui un ragazzo di 15 anni che ha riportato gravi ferite alla testa.

La moschea di Al-Aqsa è stata da sempre un motivo di conflitto. Nel settembre del 200 una visita di provocazione del Primo Ministro di allora Ariel Sharon ha dato l’inizio allo scoppio della Seconda Intifada. Più di 4700 palestinesi e 1100 israeliani sono stati uccisi da allora.

Attacchi Israeliani

Attacchi nella West Bank

Questa settimana l’esercito israeliano ha effettuato circa 40 incursioni nella zona della West Bank effettuando raid in diverse abitazioni ed esercizi commerciali. L’esercito ha arrestato senza formale accusa 67 civili, inclusi cinque minorenni e una donna. Il numero totale delle persone arrestate senza essere accusate formalmente di nessun crimine dall’inizio del 2007 raggiunge così il numero di 388.

Una giovane donna palestinese è stata ferita giovedì pomeriggio quando soldati israeliani hanno aperto il fuoco sui civili palestinesi che aspettavano dalla mattina di passare dal checkpoint di Bathan, nella città di Nablus.

Il Dr. Ghassan Hamdan, direttore del pronto soccorso di Nablus, ha dichiarato che Tahani Bani-Odah, di 23 anni, ha riportato ferite gravi dovute ai colpi diretti di arma da fuoco ricevuti. Il Dr. Hamdan ha aggiunto inoltre che i soldati hanno impedito al personale medico di ricoverare la donna e l’hanno invece prelevata e portata verso uno sconosciuto campo di detenzione militare..

Sempre questa settimana le autorità israeliana hanno inasprito le condizioni le misure restrittive imposte alle comunità palestinesi nella West Bank. Gerusalemme è stata completamente isolata dal resto del paese mentre, al contrario di quanto dichiarato, l’esercito ha aumentato il numero di checkpoint in tutta la Cisgiordania, continuando ad imporre severe restrizioni alla libertà di movimento dei civili palestinesi. Inoltre i soldati israeliani di stanza ai vari checkpoint nel paese hanno arrestato senza alcuna formale accusa sette civili, tra i quali due bambini.

Attacchi nella Striscia di Gaza

Sabato Nader Ahmad, di 16 anni, della zona di Beit Lahiya, nel nord della Striscia di Gaza, è morto a cause delle ferite ricevute il 21 di Novembre del 2006 durante una incursione dell’esercito israeliano nella sua città. Il ragazzo era stato colpito alla testa rimanendo completamente paralizzato, ed è morto all’ospedale di Gaza Wafa Rehabilitation Hospital.

Domenica soldati israeliani di stanza al confine tra Israele e la Striscia di Gaza, hanno sparato contro due civili palestinesi che stavano andando a caccia a circa 500 metri di distanza dal confine, nei pressi della città di Beit Hanoun. I due ragazzi sono stati feriti e fonti mediche li hanno identificati come Adham Tamboura, e Mohammed Al Kafarna, entrambi di 21 anni, entrambi colpiti ai piedi.

Le autorità israeliane continuano a controllare strettamente tutti gli ingressi alla Striscia di Gaza, mantenendoli sempre chiusi. Questa settimana alcuni di questi sono stati aperti per lasciare passare generi alimentari di prima necessità, medicine e altri aiuti umanitari.

L’embargo totale imposto dalle autorità israeliane alla Striscia di Gaza sta avendo un disastroso impatto sulle condizioni di vita e sulla situazione umanitaria nel paese. Di fatto si tratta di una situazione di totale violazione dei diritti economici e sociali della popolazione civile palestinese, in particolare del diritto ad avere delle dignitose condizioni di vita, di salute ed una educazione appropriata. L’intero sistema economico è completamente paralizzato. In aggiunta severe restrizioni alla possibilità di libero movimento sono state imposte alla popolazione civile.

Il valico di Rafa, al confine con l’Egitto, rimane ad oggi l’unico passaggio tra la Striscia di Gaza e il resto del mondo; nonostante ciò, le autorità israeliane hanno chiuso anche questo confine, pur non avendo formalmente nessuna autorità legale o controllo su di esso. Il valico infatti dovrebbe essere controllato da osservatori dell’Unione Europea ai quali però è stato impedito l’accesso fin dal loro arrivo nella zona. Il passaggio di confine è chiuso dal giugno del 2006.

Durante questa settimana il valico è stato aperto per sole due ore dalle 15:00 alle 17:00 di martedì, per permettere a circa 300 persone, considerate casi umanitari gravi, di passare da entrambe le parti. Nella mattinata dello stesso giorno il valico è rimasto aperto anche per consentire alle delegazioni di Hamas e Fatah di recarsi in Arabia Saudita per l’incontro sul possibile governo di Unità Nazionale. Wa’el Dahab, responsabile della sicurezza al valico di Rafa, ha dichiarato che il terminal è stato chiuso per due ore a causa della massa di gente che lo ha invaso e alla quale non è stato consentito di passare.

‘Questo problema non verrà mai risolto se il terminal non rimane aperto tutti i giorni come da accordi presi. Anzi, il problema diventerà sempre più grave se l’accesso alla West Bank e alla città di Gerusalemme non verrà garantito. Sarà sempre la stessa storia se il valico di Rafa e tutti gli altri rimarranno chiusi’

Arresti di Civili
Lunedi la brigate Al Qassam, il braccio armato del Movimento di Resistenza Islamica di Hamas, hanno dichiarato che un loro affiliato è stato ucciso e altri tre feriti durante un attacco armato avvenuto nella città di Gaza. Hamas ha accusato Fatah dell’omicidio, dichiarando che l’uomo ucciso si chiamava Mohammad Dieb Abu Karsh, di 23 anni, mentre dei tre feriti uno è in condizioni gravi.

Lunedi notte un gruppo di uomini armati a volto coperto ha attaccato l’avamposto militare palestinese chiamato ‘Forza 17’ nella città di Beit Hannoun a nord della Striscia di Gaza. Testimoni oculari riferiscono che l’attacco armato è avvenuto con diversi tipi di armi e che alcune persone sono state sequestrate.

Sempre durante questa settimana, precisamente lunedì mattina, uomini armati a volto coperto hanno rapito il direttore dell’ufficio del Ministero degli Interni a Ramalla, Arafat Nasser, ed hanno ferito un altro impiegato del ministero, Tarek Geithan. Fonti di informazione riferiscono che i rapitori sono arrivati a bordo di due auto con targa israeliana ed hanno assalito i due uomini mentre questi camminavano per strade della città. Nasser è stato prelevato e trasportato in una località sconosciuta mentre Geithan è stato ferito ai piedi ed alle gambe.

Mercoledì uomini sconosciuti hanno sequestrato un impiegato del Ministero palestinese della Salute sempre nella città di Ramalla. Fonti locali riferiscono che il Dr. Bilal Al Iboshi, di 50 anni, responsabile degli ospedali pubblici al ministero, è stato sequestrato direttamente nel suo ufficio, ed è stato rilasciato però la sera stessa.

Olmert Rifiuta la Proposta di Smantellare gli Avamposti Illegali
Il Primo Ministro Ehud Olmert questa settimana ha rifiutato la proposta del Ministro della Difesa Amir Peretz di smantellare ed evacuare alcuni degli avamposti non autorizzati della West Bank sostenendo che l’annuncio fosse assolutamente inappropriato. Gli avamposti sono di fatto delle roulotte parcheggiate su terra di proprietà palestinese.

Secondo quanto scritto nella lettera indirizzata da George Bush all’ex Primo Ministro Ariel Sharon nel 2004, Israele continuerà a mantenere i sui quattro insediamenti illegittimi più grandi in ogni futura negoziazione sullo status finale dei confini del paese.

La visita del Ministro degli Affari Esteri Inglese
Il Ministro inglese degli Affari Esteri Margaret Beckett ha terminato la sua visita nella zona della West Bank, della Striscia di Gaza e dei territori del 1948. La Beckett ha incontrato il Primo Ministro israeliano Ehud Olmert ed ha riaffermato che l’Inghilterra non ha intenzione di intrattenere alcuna relazione diplomatica con Hamas fino a quando l’organizzazione non riconosca lo Stato d’Israele, non decida di abbandonare le armi e non dichiari il rispetto per tutti i precedenti trattati firmati con Israele.

La Beckett ha inoltre incontrato l’ex ministro degli affari esteri palestinese Nasser Al Qidwa, un giudice affiliato a Fatah, nella città di Ramalla. Nella conferenza stampa congiunta cha è seguita al meeting , la Beckett ha affermato che l’unico scopo della sua visita è stato quello di dare un impulso alle negoziazioni tra lo Stato d’Israele e l’Autorità Palestinese.

Inoltre queste settimana il quartetto composto da Nazioni Unite, Stati Uniti, Unione Europea e Russia per il processo di pace in Medio Oriente si è incontrato a Washington. Il gruppo dei quattro ha dichiarato che le sanzioni imposte all’Autorità Palestinese continueranno fino a quando non saranno compiute tutte le condizioni elencate dalla Beckett nella sua visita.

In vista di un Summit a tre
Il negoziatore palestinese Saeb Erekat e il rappresentante del Presidente Abbas Yasser Abed Rabbo sono a Washington questa settimana per un incontro con l’assistente del Segretario di Stato Condoleezza Rice. Il meeting dovrebbe essere un incontro preparatore per un summit tra Condoleeze Rice, il Presidente dell’Autorità palestinese Abbas e il Primo Ministro Olmert che dovrebbe avvenire il prossimo mese.

Crisi Finanziaria
Il vice primo ministro Palestinese Dr. Nasser El-Din Ash-Sha’er, ha rassicurato tutti gli impiegati statali nei settori della salute, dell’educazione, e nel settore giudiziario, che riceveranno il loro salario di gennaio giovedi prossimo attraverso le banche locali.

Il Dr. Rafeeq Al-Husseini, capo dell’ufficio del presidente, ha inoltre aggiunto che gli impiegati del governo che hanno uno stipendio di più di 600 dollari e che si sono visti versare meno del 20% dei loro precedenti stipendi, riceveranno un bonus equivalente al 50% della loro paga mensile sempre attraverso le banche locali

Il ministro degli Esteri Margaret Beckett ha promesso circa 2,2 milioni di sterline inglesi di aiuto destinati all’Autorità Palestinese tramite il meccanismo Temporaneo Internazionale..

Conclusioni

Questi sono solo alcuni degli avvenimenti di questa settimana in Palestina. Per aggiornamenti costanti visitate il nostro sito www.imemc.org. Grazie per averci seguito dalla citta` occupata di Betlemme, questo e` tutto da Anna Rossi, Monica Bitto e Ghassan Bannoura